Quando infine riesco a scorgere la cima,
quando sento il cuore battere a velocita' folle,
quando i muscoli ardono come l'inferno,
proprio nel momento in cui sto per cedere,
raggiungo la vetta.
In quell'istante senza tempo inspiro avido l'aria gelida, perso nell'immensita' del panorama, in quiete perfetta col mondo che sto contemplando estasiato.
Solo allora,
nell'attimo fuggente,
sorrido.
E sono felice come non ricordo di essere mai stato.
Bella gita, rimane un mistero come io possa fare molta piu' fatica ora che non alle prime uscite di stagione, gli ultimi 3 km di 'lungolago' mi hanno davvero distrutto, per il resto, condizioni meteo che si sono rivelate meglio del previsto e neve a tratti godibile.
Devo dire che l'avvicinamento di sabato al rifugio e' stato piu' sofferto rispetto alla vetta di domenica. Un peccato per il tempo di domenica che non ci ha permesso di conquistare il G.Blanchen (3679 m), cmq i nostri bei pendii ripidi e la neve farinosa, scesa nella notte 15/20 cm, c'e' li siamo goduti.
Le due simulazioni di ricerca dispersi sotto valanga sono state utili per renderci conto che dobbiamo provare ancora (risalire una valanga e' molto faticoso!!!! parti come un razzo ma dopo soli 10 m hai il fiatone!!!!!!!).
sulla nota delle "curve in polvere" mi stava scappando una lacrima di commozione o di disperazione non saprei dire...
devo ammettere, che a causa del meteo incerto, la gita non e' stata all'altezza delle aspettative, ma dal mio punto di vista questo non ha contato piu' di tanto.
voglio ricordare che stiamo partecipando ad un corso, e saper rinunciare se non certi di un percorso fa' parte delle lezioni da apprendere, soprattutto quando si e' in gruppo.
inoltre grazie al tempo a disposizione, abbiamo avuto la possibilita' effettuare due ricerche di gruppo dal mio punto di vista utilissime e di applicare un po' di utili nozioni di "ghiaccio" (la mia grande passione).
questa volta inoltre ho percepito un evidente e molto piacevole affiatamento di gruppo, ho ancora in mente le risate con merenda alla baitella in fondo valle, mentre i "santi" istruttori nascondevano gli arva in valanga.
approposito x la prossima volta sara' meglio ricordarsi di portare una rete da pesca, visto che un sepolto e' stato trovato nel torrente ;-)))
ekkedire poi della gran fondo del lago, l'istinto del maratoneta non mi abbandonera' maiiiiiiiiii, poi mi sentivo in colpa per aver pakkato la stramilano (l'agonistica ovviamente).
anche questa volta il piccolo Aconcagua e' stato conquistato, merito del campo intermedio (ottima accoglienza e cena, nei servizi igienici manca una lampadina allo specchio).
Le curve nella polvere in discesa rimarranno nitide nei nostri ricordi (erano solo 2, di numero, facili da tenere a memoria).
Stefano vince la gran fondo del lago, mentre Giovanni vince anche lui con la tecnica mista, nota come "metti-e-togli".
F.
Dopo un'attenta riflessione ho deciso di inserire due commenti per questa gita: considerazioni a caldo alle 16:30 di Domenica a fine gita, considerazioni a freddo alle 06:30 di Lunedi' mattina durante lo "sbarbamento" pre-ufficio.
Le considerazioni a caldo tengono conto dei seguenti fattori:
1) Nanna passata in rifugio con compagno di camerata che ha deciso involontariamente di tagliare durante le nottata un'intera foresta di Boabab
2)Presa di coscenza all'alba (05:30 del mattino) di pessimo tempo, contrariamente alle aspettative ed alle previsioni meteo dell'efficentissimo (fino ad oggi) meteo svizzero
3)Rottura subito in partenza della valvola della mia camel bag con relativa fuori uscita a fontanella di acqua e imprecazioni varie
4)Mancata visione, causa distrazione dovuta alla rottura della solita valvola della camel bag, di un azimut molto particolare
5)45' di vento sul passo del Vannino con nebbia sempre piu' fitta e venticello tagliente, tagliente...che non dava proprio alcun segnale di cessare:un vero peccato!!!
6) Attesa di 45' con tavola ai piedi, che piu' che piedi stavano diventado dei Merluzzi surgelati, a mezzo canalone in discesa sotto il colle del Vannino con buona visibilita' sul rifugio prossima (aime') nostra meta' ma che non ci veniva permesso di raggiungere...giustamente!
7)Discesa verso VALDO con la tavola che piu' che una surfata e' stata una "cammellata unica" con un continuo togliere e rimettere, per un numero imprecisato di volte e mai raggiunto fino ad ora da me, lo snow.
8)Sempre in discesa un rachettare nei falsi piani con le mitiche racchette telescopiche (ho capito perche' Cecilia le tiene sempre in mano) che talvolta ha raggiunto, nel disperato vano tentativo di sormontare su un dosso senza togliere per l'ennesima volta la tavola, un ritmo ed una potenza simile a quello del grande Pietro Piller Cotler durante lo sprint di una gara di Coppa del Mondo di Fondo
A questo punto il commento a caldo e' stato veramente devastante e la voglia di prendere a racchettare colui che ha deciso di portare 14 poveri snowboraders "in questa valle di lacrime" era veramente tanta...ma le torte, il vino ed i salami a fine gita sono riusciti nel farmi trattenere in (e lo dico ora a mente fredda) in ulteriori ingiusti commenti.
Le considerazioni a freddo durante lo sbarbamento mattuttino pre ufficio raccontano invece di una bella gita che:
1)In condizioni meteo migliori avremmo potuto godere meglio le bellezze del posto che effettivamente merita e puo' dare veramente tanto
2)Sempre con meteo felice il raggiungimento della vetta, con relativo godimento, ci avrebbe fatto meglio digerire le sucessive fatiche (per noi poveri snowboarders) della cammellata finale della discesa
3) Abbiamo fatto molto utile ed interessante didattica che magari (illuso) ci verra' risparmiata per la prossima ed ultima gita di corso
4)Come sostiene il Ns. illustre Direttore di corso il "Signore ci ha fatto dono di due gambe e non capisce il perche' noi snowboarders ci ostiniamo nel continuare a non usarle tutte e due separate ma legate su un pezzo di legno"...probabilmente la sofferenze delle cammellate e delle affannose rachettate e' lo scotto che dobbiamo pagare per questo affronto: il godimento di discese in neve fresca e polverosa od altre spero tante libidinose surfate richiedono pur loro un prezzo da pagare
5)Magari una maggiore considerazione da parte di chi decide dove andare in gita (consideranto tutti i fattori di decisione sulla meta quale periodo dell'anno, meteo, condizione della neve) verso le esigenze di noi snowboarders renderebbe questo corso, oltre che didatticamente gia' molto interessante, anche piu'...per cosi' dire "godereccio in discesa" !!!
Questo e' il grido disperato di un povero snowboarder che per passione verso questo bellissimo sport lascia a casa moglie e piccola figliola per un intero fine settimana: METTETEVI UNA MANO SULLA COSCENZA PER LA PROSSIMA ED ULTIMA GITA DI CORSO E PENSATE A NOI SURFISTI: FATECI GODERE, GODERE, GODERE, GODERE, GODERE!!!!!!
Ho atteso fino ad oggi per commentare la gita di questo week end poiche' volevo che prima giungesse almeno un commento della gita portata a termine dal resto della scuola. Mi accingo dunque a descrivervi l'intero nostro we, e non solo la gita sulla cima Piatta Alta, meritando di essere descritto in ogni suo dettaglio.
Per il mio amico e compagno di viaggio Luca, meglio conosciuto come Puddu, e per me il fine settimana comincia dal venerdi pomeriggio quando ci mettiamo in macchina alla volta di Cortina: perla delle dolomiti ampezzane. Il viaggio e' lungo ma piacevole e giunti a destinazione andiamo a bere una bella birra e a mangiare una pizza aspettando di essere raggiunti dal trio Ravensburger (Ale), Premiata biscotteria Fracassi (Frenci) ed Andrea figlio del celeberrimo 'Presi' e nostro talentuoso istruttore. Questi baldi giovani giungono alla mia abitazione in loco verso la mezza notte e di li a poco e' dunque l'ora di infilarsi in branda dopo aver trincato un paio di irrinunciabili grappini.
Il mattino seguente svegli, pronti in pochi minuti e partenza alla volta della valle di Braies dove ci attende una giornata radiosa e soprattutto il Picco di Vallandro. A destinazione e' giunto anche Marco il temerario (partito verso le 4 di mattina per raggiungere il gruppo).
Si parte! La classe 6 parte davanti mantenendo un ottimo passo, la classe 8, costituita solo dallo 'zoccolo duro' e decimata dalle assenze, la segue senza indugio. L' ascesa al picco scorre rapida nella solita atmosfera conviviale solo il sole si nasconde e per un bel pezzo si sale proprio dentro la nuvola. Senza la 'zavorra' delle altre classi la vetta viene raggiunta velocemente e il sole ci regala un panorama eccezionale!! Davanti a noi l'imponente Forcella Rossa da un'idea ai neofiti di cosa siano le dolomiti (altro che Alagna!!). Dunque vetta raggiunta pranzo meritato e poco dopo piccola escursione per raggiungere la croce dove i veri alpinisti si affrettano a firmare il diario di vetta. Ora ci attende la discesa, il sole splende nuovamente e la voglia di saggiare la neve e' tanta; giu per il pendio si alternano valide zone ottimamente innevate a qualche passaggio leggermente sassoso. E' come sempre il divertimento a farla da padrone.
Siamo giunti quasi al rifugio da cui eravamo partiti quando Carlo e Sergio, condottieri della famigerata classe 8, ci annunciano che e' finalmente arrivato il momento di adoperarsi nell' esercitazione da molti agognata: LA BARELLA!! Il lavoro del gruppo procede bene a parte qualche imprevisto (la corda si annoda magicamente da sola: 20 min per venirne a capo); una volta costruita l'intelaiatura con sci, accoppiatori e racchette viene acchiappiata la Frenci,legata come un salame,resa un'unica cosa con la barella con la quale il prode Jagermaister la condurra' fino al rifugio (Puddu ed io addetti ai freni).
Ora la maggior parte di voi pensera' che qui si concluda la nostra prima giornata: errore colossale! Giusto il tempo di mangiare un po' di colomba e bere l'ormai famosissimo prosecco di Sergione che si rimonta in macchina, ci si sposta dalla valle di Braies alla valle Campo di dentro, si lascia la macchian nel parcheggio e si riparte con la procedura nota ad ogni allievo della Righini: scarponi ai piedi, pelli sugli sci, zaino in spalla e via!
Dopo un ora e mezza circa di camminata defatigante arriviamo al rifugio I tre Scarperi: il nostro ricovero notturno.
La serata e' piacevole come sempre, si parla, si mangia e, piu' che altro, da bravi adepti di quell'azienda vinicola formato uomo del Sergione si beve che e' un piacere!Finita la cena e lo schizzo di rotta per il giorno seguente, giusto il tempo di un ultimo grappino e via nel sacco lenzuolo ma mentre tutti pensavano di dormire, spente le luci, parte un esilarante cabaret, incoraggiato da coloro che, stanchi dalla giornata, dormivano russando di gusto, ognuno ovviamente a modo suo.
La mattina sveglia di buon ora, colazione e partenza ci aspettano i 1300 metri di dislivello per raggiungere la Cima Piatta Alta. La giornata e' spettacolare e l'ambiente che ci circonda ancora di piu', la neve riflette i forti raggi del sole esaltando i torrioni dolomitici che ci sovrastano. Il sole splende forte e altrettanto forte scalda le rocce che danno vita a diverse valanghe con le sembianze di cascate con sonorita' piu' simili a quelle di un tuono.
Siamo arrivati alla base del muro finale ed e' qui che un gruppetto guidato da Marco Santorini (Campedelli per gli amici) e composto dalla classe 8 ,
con l'esclusione di Puddu attardatosi con Sergio, e, con un infiltrato Simone,si lancia in fuga! IL Campedex tiene un ritmo rapido e costante e ci conduce in vetta in men che non si dica! La vista lascia senza fiato, visuale a 360° sulle dolomiti trentine e venete: seconda vetta raggiunta complimenti a tutti!
Uno dietro l'altro arrivano tutti, si mangia, si beve, qualcuno sfumacchia, si fanno le immancabili foto e ci si prepara per la discesa che promette assai bene. Non restiamo delusi la neve e' abbondante ed eccellente, su alcuni pendii farinosa ed immacolata: un paradiso!
La gita volge alla conclusione finita la fantastica discesa poggiamo le chiappe sulle panche dei Tre Scarperi e via al tripudio di birre, prosecchi, vini rossi, colombe, strette di mano e congratulazioni(2300 m in 2 gg).
Il we si conclude qui quasi per tutti il lunedi' si sa i lavoratori sono chiamati all'ordine ma c'e' anche chi (Puddu, Marco ed io) si puo' godere il sole fino al tramonto, parlare della gita, bere altre sei birre ,andare a mangiare in un ristorante tipico a Dobbiaco, il tutto senza nessuna invidia per coloro che, loro malgrado, sono in macchina verso Milano.
Noi tre fortunati dormiamo nuovamente a Cortina per ripartire lunedi'.
Credo di essere stato 'leggermente' prolisso ma questa gita andava raccontata nei dettagli.
Concludo ringraziando nuovamente tutti gli istruttori che hanno organizzato e ci hanno accompagnati in questa indimenticabile gita!!
Lieto di aver ritrovato dei 'vecchi' compagni dell'SA1 e di averne conosciuti di nuovi…la grinta di Antonio, l'esperienza di nonno Cesa (che secondo me un po' si offende a sentirsi chiamare nonno, soprattutto considerato che ha piu' gambe lui di molti giovani, di sicuro piu' di me), la dolcezza femminile, ormai marchio registrato di Giuliana, lo stile di Giovanni, con i suoi sci sempre maledettamente paralleli, come se non facesse la minima fatica, le foto di Nicola e i suoi dreads, la battuta sempre pronta (ma di rado apprezzata!) di Carlo, la compagnia di Ivan, il sorriso di Umberto, la gentilezza di Roberto, l'entusiasmo di Klaus, la tecnologia di Stefano, il fiato apparentemente inesauribile di Rudy, i silenzi di Paolo che ci ha lasciati troppo presto, mi auguro nel frattempo abbia cambiato idea.
Lieto di aver messo piede in falesia per la prima volta, anche se senza scarpette ho sofferto non poco…ancor piu' lieto e soddisfatto di aver affrontato una cresta anch'essa per la prima volta, imbracato, i ramponi stridenti sulla roccia, il vento (debole, secondo la recensione del boss su campotocamp) che mi tagliava il viso e ghiacciava i capelli…una sensazione fantastica.
Davvero contento di partecipare a questo SA2, a cui sono stato ammesso soltanto per intercessione divina e che spero di continuare e concludere con lo stesso grande entusiasmo!
Che dire....partenza all'alba, con il cambio dell'ora a nostro sfavore, la gita e' stata molto bella peccato per il tempo che non e' stato dalla nostra per la seconda volta (forse ci siamo abbonati alla nebbia???).
Devo dire che la parte piu' bella e suggestiva (la nebbia ed il vento a tolto molto) sono stati gli ultimi 100 metri con ramponi e picozza (la prima volta) e la discesa sul ghiacciaio ed il canalone finale.
Nel complesso bella gita, una lode va agli istruttori.
Mi dimenticavo di sabato.... una bellissima giornata, tra soste, uso della piastrina per recupero del secondo, discesa in corda doppia.
Una giornata inaspettata visto il tema del corso ma molto utile e istruttiva.
p.s.: visto il grande successo propongo di adottare come sigla del corso il FADO
Il buongiorno si vede dal mattino.
Zaino pesante, tris di pizzoccheri la sera prima, nuvoloni neri in arrivo…Il pensiero di mollare quatto quatto picca, ramponi e moschettoni al Passo dello Spluga dietro le mura di una casa effettivamente un po' mi ha sfiorato.
Poi mi sono detto: 'Caspita, mi serve un po' di musica, quella che ti da' la carica!'. Pronti via! Indosso l'i-pod, e…provate ad indovinare che cantante scelgo…beh vi do un indizio: il Portogallo.
Partenza alle 8.00 dal passo, cima ore 13.00. Scorci di azzurro e cime meravigliose. Doverosamente fotografati.
Poi la cresta. Peccato la nebbia, anche se l'atmosfera ha rafforzato lo spirito di avventura e il gesto atletico.
Bella la discesa. Bella la variante.
Un doveroso ringraziamento al Cesa: se non si scagliava come un felino contro il mio sci sinistro impazzito, a quest'ora sarei ancora all'imbocco della val Chiavenna a cercarlo.
Ultimo pezzo, definito 'sci alpinismo di ricerca'….: ehm..lasciamo perdere, mi sentivo un po' come Messner di ritorno dal Nanga.
Ho atteso i miei salvatori al parcheggio di un paesino sperduto, che piu' o meno puntualmente (mannaggia Roby!) sono arrivati.
Alla prossima
Purtroppo non sono divise per gita, quelle del Monte Faraut sono dalla numero 40 in poi. Le potete scaricare ma in formato ridotto, se ne volete una in particolare contattatemi e ve la spedisco.
Visto il grande successo ottenuto dal mio commento all'ultima gita, si replica per il primo week end dell'Sa1.
Prima nota: all'appuntamento a Famagosta manca il Luigi e la tristezza e' tanta.
Appuntamento alle 6.30, non proprio per tutti, e si parte alla volta del Piemonte. Il viaggio comincia tranquillo, un po' di musica, molto sonno e pausa colazione all'autogrill.
La macchina dove viaggio, per non incorrere in problemi di navigazione, decide di seguire quella del diretu'r e nessuno si occupa piu' di tanto di controllare il tragitto fino a quando, con grande sorpresa, non ci accorgiamo di viaggiare verso Venezia….Chi non ha mai sognato di fare sci alpinismo sul Canal Grande?
Una volta ritrovato l'azimut corretto passiamo per Asti, Alba, Cinzano... dal primo all'ammazza caffe'..comincio ad avere fame.
La strada e' lunga e dopo circa 2 ore e mezza ci fermiamo per un'altra pausa. Siamo molto lontani da Milano e lo si capisce dalla barista che offre a tutti la brioche giustificandosi che sono del giorno prima; un po' secche ma ancora buone, davvero, e alzi la mano chi al bar, a Milano, ha mai mangiato una brioche sfornata (si fa per dire..) il giorno stesso.
Dopo una serie infinita di tornanti arriviamo finalmente al punto di ritrovo. Abbracci, sorrisi, il solito buon umore che precede ogni gita. Sergio, nell'entusiasmo generale, da la sua prima 'gollata' al thermos pieno di Prosecco.
Il Carletto, istruttore del mitico gruppo 7 (meglio conosciuto come gruppo 8), e' ko e il nostro condottiero e' NIENTEPOPODIMENO che il capo dei capi della Righini. Il gruppo, non sapendo se dover dare al grande capo del tu o del lei o del voi, decide di prendere, come dice sempre il Sergione, la vacca per le mammelle: nasce quindi la figura del Presi.
La gita comincia e il Presi ci guida come stambecchi in mezzo ad un bosco di larici e, tra una perteghetta e l'altra, guidiamo la testa del gruppo verso la vetta. A differenza delle scorse gite siamo partiti da valle molto tardi quindi, a tempo di record, corriamo verso il traguardo: una splendida cresta ai piedi della vetta, panoramica, bellissima e, come sempre, sudata fino all'ultimo metro di salita.
A meta' discesa, il gruppone dell'Sa1 assiste ad una simulazione di ricerca vista/udito-arva+spalatori, con protagonisti i nostri istruttori: il buon Pietro, nei panni dello sciatore sopravvissuto, urla come se si fosse rotto tutto e comunica a tutti che..'C'e' stata una valanga! Ci sono sotto almeno 5 persone, di cui una senza arva e una bionda e formosa…'. Ah pero'!
Assistiamo allora, con commento in presa diretta del diretu'r, alle ricerche. Come sempre, alla fine di ogni storia, la morale e' inesorabile: 1) Se non hai l'arva e rimani sotto una valanga sei FREGATO, anche se ti chiami Deborah con l'acca e hai un decolte' niente male. 2) Se ti chiami Deborah con l'acca e hai un decolte' niente male, gli spalatori scavano molto piu' in fretta. 3) Se uno dei tuoi soccorritori si chiama Sergio, non ti sorprendere se vaga con l'arva a parecchi metri dagli altri…e' l'effetto del litro di Prosecco che ha in corpo dalla mattina presto. Salute!
Problema: se sali da un bosco poi, dopo, ci dovrai anche ripassare per scendere…Nemmeno il Thomas Bergamelli dei tempi d'oro ha mai fatto uno slalom del genere. Lui, pero', scodinzolava tra un paletto e l'altro noi, invece, tra i larici e, inforcare una porta anche tripla non e' come inforcare un albero di 15 metri…
Prima gita conclusa. Comincia la Sagra Righini: salame, vino rosso e, ovviamente, il famoso Prosecco..
Con la vista ormai appannata dall'alcol ci dirigiamo verso il nostro albergo-rifugio-stamberga dove un simpatico vecchietto con la barba bianca, una signora gia' ubriaca e l'esercito di figli di Marco ci accoglie rumorosamente. Dopo una splendida doccia fredda, comincia la cena dove si mangia poco, ma bene, e si beve molto, come sempre. Il letto, poche ore dopo, mi vede e mi fa un applauso.
Il giorno dopo alle 8 siamo gia' sugli sci e il vino e le grappe della sera prima si fanno decisamente sentire. La giornata e' pero' davvero spettacolare: ventosa ma con un sole stupendo e la cornice di montagne che ci sovrasta e' tanto imponente quanto spettacolare. In una parola, super!
Il Presi ci guida saggiamente fino alla vetta, dove arriviamo dopo circa 3 ore e mezza. 1800m di dislivello in 2 giorni, niente male Sa1.
Questa volta dalla prova arva non si scappa. Uno alla volta svolgiamo il nostro lavoro da rabdomanti mentre il Presi ci indottrina anni e anni di esperienza parlandoci di equinozi, solstizi e del perche' il giorno di Santa Lucia e' il giorno piu' breve dell'anno. Perle di saggezza.
Bene, il primo week end fuori porta dell'Sa1 e' finito, tutti scappiamo verso le nostre case e Milano, tanto per gradire, ci accoglie con un bel temporale condito da una copiosa grandinata. Volete mettere con la Val Maira?
I miei neo compagni dell'SA2 dovevano essere proprio distrutti per aver lasciato tanto a lungo questa pagina in bianco... mi aspettavo resuscitassero verso il terzo giorno, ma a questo punto temo siano ancora ciondolanti tra letto e divano e non ci pensano proprio di lasciare una qualche traccia, seppur virtuale. A meno che ....nessuno li ha visti con tuta e scarpette da ginnastica aggirarsi tra i parchi di Milano in questi giorni ? Può essere che li troviate chissà, sulla montagnetta forse, su e giu' mille volte per recuperare come promesso la forma fisica ed arrivare sulla prossima vetta post pasquale senza pianti e sospiri. In tal caso, non fermateli!
Aspettando che si riprendano, Vi racconto brevemente cosa è successo: gran gitone al sabato (Piz Beverin da Wergenstein) con salita di orientamento nella nebbia fino al salto di roccia, cima e discesa al sole ...pernottamento e relax in un caratteristico albergo-rifugio proprio alla partenza della gita, tra l'altro sembra essere base di bellissimi giri in mb (ma qui esco fuori tema), la serata è trascorsa tra sauna, massaggi e una cena squisita ...altro che uscita di selezione, ai tempi del mio SA2 lì sì che era stata una vera selezione naturale: dormire al Crête Séche a - 5 gradi, solo un piccolo gruppo di amici valorosi ebbe la forza di supere la notte.
Domenica la meteo è stata più clemente delle previsioni e mentre grigio , tempesta e neve imperversavano nelle valli vicine noi, sotto un sole che andava e veniva, ci siamo potuti dedicare ad esercitazioni arva ed alla costruzione di una truna fuori programma, con Pecchio che dopo aver dato prova di rare doti di artista, poeta e pittore della neve si è trasformato in un secondo in una scavatrice vivente.
Dunque... osservatrice quest'anno. Mmmmm... vediamo se ho capito bene i compiti che mi spettano. Prima cosa, osservare bene gli allievi. Fatto. Sono tutti ragazzi e pure carini, figuriamoci se non li osservavo. Resta da capire che fine hanno fatto fare alle donne dell'SA1 dello scorso anno, unica sopravvissuta Giuliana, forte e decisa non avrà certo problemi di sopravvivenza, a lei spetta il compito di portare fin sopra i 4000 una goccia di dolcezza femminile.
"A corto di fiato e gambe, ma simpaticissimi" è stata l'autorevole valutazione finale. Aggiungerei anche giovani e forti e in un attimo vedrete che Pecchio se li ritrova dietro le code degli sci, o forse dietro quelle del Bez, che fonti attendibili dicono sia assai peggio.
Osservare poi scrupolosamente gli istruttori...
Gianfranco, con la sua didattica trasparente e l'immutata capacità di sintesi, pazienza, umiltà e contagiosa passione fanno di lui il direttore perfetto. Girava voce che dormisse d'inverno con le finestre aperte, pensavo come acclimatamento all'Everest, in realtà è solo un problema di temperatura.Accertato che per lui la sauna risulta essere una pratica masochista a cui sottoporsi forzatamente solo in caso di bronchite cronica.
Franco, lo ricordavo più piccolo, e non solo in altezza ... l'ho ritrovato maturato, forse che sente la reponsabilità del titolo nazionale? Domenica a dire il vero ha un po' insistito sulla possibilità di fare una gitarella, ma alla fine se l'è messa via. In altri tempi sarebbe certamente scomparso tornando il giorno dopo con almeno 3000 metri nelle gambe.
Guido Coppa, perla di eterna saggezza. E' un piacere condividere con lui tutti i miei spostamenti anche se, date le voci, tra poco rischio una telefonata della Ita.
Astrid, meno male che ci sei tu a darmi ancora una mano nelle attività segretariali. Con la mente un po' annebbiata dalle birre della serata, già il cambio franco-euro mi sembrava arduo, spiegare tutto all'oste svizzero sarebbe stato impossibile.
Irene, squisita compagna di appartamento e Fabio, impegnato nel regionale. Quest'anno non ho ancora avuto l'occasione di vederlo salire in mutande ripindi pendii assolati, penso capiterà presto visto il rialzo delle temperature, comunque già così coperto mi è sembrato in gran forma.
Infine Alberto, silenzioso e solitario, ma non appena lo guardi ti regala sempre un sorriso ed una battuta.
E sempre osservare attenta la montagna ...immobile e imponente , sorprende come possa essere ogni anno così diversa, a seconda di quello che sei, di quello che hai dentro in quel giorno, in quella salita, in quell'istante in cui il tuo sguardo raggiunge la cima.
Cecy
Dal punto di vista di un’allieva vorrei dire una cosa sulla nostra prima gita SA2: ragazzi, secondo me non siamo messi poi così male!!comunque adesso ci ammazzeremo di allenamento..tutti gli istruttori dovranno arrivare in cima con il fiatone!! A parte gli scherzi vorrei ringraziare tutti, compagni e istruttori, per questa prima gita, sperando che possa essere la prima di molte (anche al di fuori del corso). Spero anche di essere all’altezza di portare sopra i 4000 metri una goccia di dolcezza femminile (ottima definizione della Cecy!!)
Baci
Giuliana
Anche questa gita ci accoglie con un sole splendido e montagne incontaminate e maestose....complimenti agli organizzatori per aver sempre prenotato il sole!!
Io ormai sto diventando un'alpinista provetta....questa volta per togliere le pelli di foca non mi sono rotta neanche un'unghia.....
E ringrazio i miei istruttori e compagni di classe (la mitica 8!! nota al mondo come 7...) che mi riempiono sempre di complimenti per i biscottini al cocco...
Il torpedone del Luigi colpisce ancora:
siccome non sopporta la monotonia ti fa salire a Loreto, angolo via Vigliani, e ti scarica in via monte Rosa e devi prendere un autobus per tornare alla macchina; scendi in fondo a Realp e ti viene a prendere all'inizio del paese..... pare che chi e' salito a Loreto stia ancora girando da ieri sera per Trezzano sul Naviglio chiedendo dov'e' la metropolitana.
Il CNR si e' riunito in seduta d'emergenza per valutare la nuova teoria della dilatazione temporale: "Leonardo!! Te lo dicevo io, se i bagagli li caricavamo prima ci stavano, adesso non ci stanno piu'" (Luigi, Realp ore 17:50)
L'affermazione ha gettato lo scompiglio nel mondo scientifico, oltretutto, essendo i suddetti bagagli gli stessi della partenza, non appariva chiaro come potessero insorgere problemi di allocazione e tantomeno il perche', caricandoli prima, dovesse cambiare qualcosa. Boh.
Il Brambilla, rifacendosi alla lezione di giovedi', ha pero' chiarito tutto sentenziando che e' colpa dell'altimetro che in realta' e' un barometro:
tenendo conto che se sali di quota diminuisce la pressione, ne deriva che se ti addormenti in un rifugio e viene il bel tempo, quando ti svegli sei nella pensione Miramare a Ladispoli, quindi col brutto tempo gli zaini si dilatano e non ci stanno piu'.
Io non so che tempo c'era a Milano, pero' avevo parcheggiato una 126 e me ne sono andato a casa con una BMW.
Vento: esperienza interessante…….. la prossima volta porto il windsurf.
Ricordarsi di scandire bene le parole: 'Pietro, trova un posto per fare il profilo E il cuneo'
Pietro infatti ha capito 'a Cuneo' ed e' partito per l'autostrada.
La neve e' scientifica. Se ne cade mezzo metro sul terreno, poi ghiaccia di colpo, poi piove, poi righiaccia , poi ci nevica sopra, gela, rinevica, 40 gradi, rigela, nevica di nuovo, il tutto in una settimana, tu ci salti sopra, tagli il fronte, fai le capriole, tiri le bombe a mano……. niente, non si muove niente. Il profilo tiene.
Stai sicuro che se provi a starnutire finisci al telegiornale.
Orientamento: la bussola indica sempre un punto che non ti interessa.
A volte due. Ma se ne incroci tre sulla cartina ottieni una zona, detta triangolo delle bermude, dove probabilmente ti sei perso. Ma questo gia' lo sapevi.
Cos'e' l'Azimut? Reinhold Messner dice di averne visto uno sull'Himalaya, ma alla Righini non ci credono.
Bollettini: sono molto precisi, leggerli attentamente e poi, di tutte e 37 le possibilita' indicate, aspettarsi l'unica che non viene citata
In caso di nebbia devi mandare avanti due sciatori, in fila indiana, seguendo l'azimut ….. poi aspetti che tornino con i soccorsi.
Roberto D.
La terza gita dell' Sa1 si conclude con la mitica squadra 7 (meglio conosciuta come squadra 8…) che arriva per prima al traguardo (dietro solo al diretu'r che negli ultimi 100 metri parte in volata) e chiude definitivamente la giornata arrivando a valle per ultima, poiche' portatrice del famigerato barellone (e per aspettare quei perditempo degli snowborder…).
La giornata e' stata in una parola spettacolare: posto stupendo, sole meraviglioso (si' si' le previsioni erano giuste….) e le solite note di colore…
P.zza Baracca ore 5.30, comincia l'avventura con una prima sorpresa.. ci sono circa 15 gradi nonostante sia ancora notte fonda e fa gia' un caldo disumano. Come al solito ci ritroviamo alla fermata assonnati e non vediamo l'ora di salire sul pullman a dormire, ma ci siamo dimenticati di Luigi. Il nostro famigerato autista arriva come sempre puntualissimo, spaccando il secondo, e scendendo dalla sua postazione comincia a sbraitare contro tutti, ringhiandoci di mettere le nostre cose in maniera ordinata stando attenti alle sua bicicletta 'posteggiata' nel vano bagagli… (cosa ci faccia li' una bicicletta e' rimasto un mistero irrisolto..).
Dopo la consueta infornata di persone alla fermata di Lotto, sul pullman cala il silenzio, rotto solamente da qualcuno che russa di gusto.. beato lui.
All'arrivo in Svizzera ci accoglie un tempo tipicamente autunnale: nebbia, cielo grigio e addirittura pioggia. Il gruppo Sa1 comincia allora a sfogare la sua rabbia contro il bollettino svizzero e, ovviamente, contro gli organizzatori della gita. Luigi comincia a brontolare (ma la giornata e' ancora lunga..).
Arrivati al posteggio, pronti via si comincia a salire e, contro ogni pronostico, il tempo comincia a migliorare, fino all'uscita di un sole stupendo: il tutto e' fatto notare dal Direttore che, partito per ultimo, recupera tutti i gruppi e con ghigno malefico rinfaccia gli impropri subiti a bordo del pullman…
La salita prosegue tra le solite difficolta': volta Maria, caldo e pause pipi', fino all'ultima parte della gita dove, come da bollettino, comincia a soffiare un Maestrale che non ha nulla da invidiare alla Bora di Trieste. Carlo, mitico istruttore del gruppo 7 insieme a Sergio, (il Flavio Briatore delle Alpi, soprannome dovutogli al capello bianco e all'abbronzatura sempre impeccabile) non fa in tempo a dirci di stare attenti che Alessandro vede letteralmente volare via un suo guanto e Beppe, fortunatamente recuperata, nientemeno che la sua macchina fotografica!
L'ultima parte della salita e' quindi piuttosto dura ma piu' o meno tutti arrivano al traguardo. Si mangia!
La discesa e' davvero piacevole, in alcuni punti la neve e' super e, proprio nel momento di maggiore godimento, quando sei li' che pensi che alla fine ne e' valsa la pena di svegliarti alle 4 del mattino e scarpinare per 3 ore in salita, gli istruttori si fermano, e intimano di tirare fuori le pale (che ormai e' sotto ad un chilo di rifiuti nello zaino)...'Cominciate a scavare…'.
Ho scavato piu' ieri che in tutta la mia vita (anche perche', sinceramente, per quale motivo avrei dovuto scavare prima?) ma alla fine, dopo aver visto i vari strati diversi di neve, vedere cadere la nostra mini valanga di scorrimento ha dato a tutti una certa soddisfazione (cosa che probabilmente non pensera' chi verra' travolto dall'accumulo che abbiamo lasciato li', ormai senza piu' punti di appiglio…gli abitanti di Realp ringraziano..).
Bene, dopo la consueta prova arva, arriviamo tutti sani e salvi in valle ma, i soliti burloni e simpaticoni svizzeri, decidono di impedire al nostro Luigi di portare il pullman al parcheggio di partenza e quindi ci regalano una splendida passeggiata 'defaticante' sci in spalla fino al nuovo punto di incontro.
L' Sa1 e' davvero a pezzi e, una volta riunito, si sfoga nel miglior modo possibile, ossia dando inizio ad una vera e propria Sagra di paese fatta di vino rosso, salame, torte e affini; da notare gli immancabili biscotti al cocco fatti in casa da Francesca (ovviamente gruppo 7), il liquore casereccio di un mitico snowborder e la magnum di vino rosso che, veramente, ci ha dato il colpo di grazia. Si' perche' la prima mezz'ora di viaggio e' degna del Circo: il povero Luigi viene raggiunto da insulti di ogni tipo e viene addirittura accusato di essere il colpevole del continuo salasso della quota del viaggio. Tutta la componente maschile e femminile seduta nel retro del pullman e' completamente ubriaca, e si cerca di arrivare ad accordi piu' o meno improbabili di accorpamento di classi per le prossime gite….
La gita volge quindi al termine, ma all'ultimo il buon Luigi dimostra di essere una persona che sa stare allo scherzo (o con problemi di udito) e dal nulla, prendendo la parola al microfono, ci ringrazia e ci dice arrivederci alla prossima volta; l'applauso non puo' che essere spontaneo e fragoroso, ma il buon autista oggi avra' avuto il suo bel da fare a ripulire il porcile fatto nelle ultime file…
Lo scenario della gita era senza dubbio meraviglioso. Complimenti all'organizzazione per avere provveduto a condizioni atmosferiche ideali per goderne appieno. Un po' meno per le escursioni termiche a cui sono stati sottoposti gli allievi. Suppongo che il passare dai +40°C della salita ai -40°C della sosta nel breve volgere di pochi minuti contribuisca a forgiare in acciaio la tempra degli allievi. Rimane comunque un mistero della fisiologia e della fisica, come poteva Sireli, alla sosta finale, rimanere in camicietta mentre io congelavo racchiuso entro 4 strati di sofisticati indumenti tecnici invernali.
Saluto tutti con una considerazione, se alla prossima gita vogliamo finalmente arrivare su una qualche cima, dobbiamo darci una mossa.
Carlo
Bellissima gita in una splendida giornata di sole. Complimenti a coloro che ancora si ostinano a usare gli sci! E se gli organizzassimo una giornata per fargli scoprire gioe e dolori (quando lo si deve portare in spalla !) dello snowboard ?
Tom
le foto le trovate su www.klausblogs.blogspot.com
Quando infine riesco a scorgere la cima,
quando sento il cuore battere a velocita' folle,
quando i muscoli ardono come l'inferno,
proprio nel momento in cui sto per cedere,
raggiungo la vetta.
In quell'istante senza tempo inspiro avido l'aria gelida, perso nell'immensita' del panorama, in quiete perfetta col mondo che sto contemplando estasiato.
Solo allora,
nell'attimo fuggente,
sorrido.
E sono felice come non ricordo di essere mai stato.
Bella gita, rimane un mistero come io possa fare molta piu' fatica ora che non alle prime uscite di stagione, gli ultimi 3 km di 'lungolago' mi hanno davvero distrutto, per il resto, condizioni meteo che si sono rivelate meglio del previsto e neve a tratti godibile.
Alla prossima!
Simone
Devo dire che l'avvicinamento di sabato al rifugio e' stato piu' sofferto rispetto alla vetta di domenica. Un peccato per il tempo di domenica che non ci ha permesso di conquistare il G.Blanchen (3679 m), cmq i nostri bei pendii ripidi e la neve farinosa, scesa nella notte 15/20 cm, c'e' li siamo goduti.
Le due simulazioni di ricerca dispersi sotto valanga sono state utili per renderci conto che dobbiamo provare ancora (risalire una valanga e' molto faticoso!!!! parti come un razzo ma dopo soli 10 m hai il fiatone!!!!!!!).
foto sul blog
Klaus
grande F.
bellissimo commento, semplice ed efficace.
sulla nota delle "curve in polvere" mi stava scappando una lacrima di commozione o di disperazione non saprei dire...
devo ammettere, che a causa del meteo incerto, la gita non e' stata all'altezza delle aspettative, ma dal mio punto di vista questo non ha contato piu' di tanto.
voglio ricordare che stiamo partecipando ad un corso, e saper rinunciare se non certi di un percorso fa' parte delle lezioni da apprendere, soprattutto quando si e' in gruppo.
inoltre grazie al tempo a disposizione, abbiamo avuto la possibilita' effettuare due ricerche di gruppo dal mio punto di vista utilissime e di applicare un po' di utili nozioni di "ghiaccio" (la mia grande passione).
questa volta inoltre ho percepito un evidente e molto piacevole affiatamento di gruppo, ho ancora in mente le risate con merenda alla baitella in fondo valle, mentre i "santi" istruttori nascondevano gli arva in valanga.
approposito x la prossima volta sara' meglio ricordarsi di portare una rete da pesca, visto che un sepolto e' stato trovato nel torrente ;-)))
ekkedire poi della gran fondo del lago, l'istinto del maratoneta non mi abbandonera' maiiiiiiiiii, poi mi sentivo in colpa per aver pakkato la stramilano (l'agonistica ovviamente).
saluti a tutti e grazie per lo splendido weekk
anche questa volta il piccolo Aconcagua e' stato conquistato, merito del campo intermedio (ottima accoglienza e cena, nei servizi igienici manca una lampadina allo specchio).
Le curve nella polvere in discesa rimarranno nitide nei nostri ricordi (erano solo 2, di numero, facili da tenere a memoria).
Stefano vince la gran fondo del lago, mentre Giovanni vince anche lui con la tecnica mista, nota come "metti-e-togli".
F.
gita su camptocamp.org
La traccia
Google KML
GPX
uffi tocca sempre a me inserire il primo commento...
saro' tecnico:
gita inserita su camptocamp.org:
e traccia su Google earth
a giovedi',
FP
Dopo un'attenta riflessione ho deciso di inserire due commenti per questa gita: considerazioni a caldo alle 16:30 di Domenica a fine gita, considerazioni a freddo alle 06:30 di Lunedi' mattina durante lo "sbarbamento" pre-ufficio.
Le considerazioni a caldo tengono conto dei seguenti fattori:
1) Nanna passata in rifugio con compagno di camerata che ha deciso involontariamente di tagliare durante le nottata un'intera foresta di Boabab
2)Presa di coscenza all'alba (05:30 del mattino) di pessimo tempo, contrariamente alle aspettative ed alle previsioni meteo dell'efficentissimo (fino ad oggi) meteo svizzero
3)Rottura subito in partenza della valvola della mia camel bag con relativa fuori uscita a fontanella di acqua e imprecazioni varie
4)Mancata visione, causa distrazione dovuta alla rottura della solita valvola della camel bag, di un azimut molto particolare
5)45' di vento sul passo del Vannino con nebbia sempre piu' fitta e venticello tagliente, tagliente...che non dava proprio alcun segnale di cessare:un vero peccato!!!
6) Attesa di 45' con tavola ai piedi, che piu' che piedi stavano diventado dei Merluzzi surgelati, a mezzo canalone in discesa sotto il colle del Vannino con buona visibilita' sul rifugio prossima (aime') nostra meta' ma che non ci veniva permesso di raggiungere...giustamente!
7)Discesa verso VALDO con la tavola che piu' che una surfata e' stata una "cammellata unica" con un continuo togliere e rimettere, per un numero imprecisato di volte e mai raggiunto fino ad ora da me, lo snow.
8)Sempre in discesa un rachettare nei falsi piani con le mitiche racchette telescopiche (ho capito perche' Cecilia le tiene sempre in mano) che talvolta ha raggiunto, nel disperato vano tentativo di sormontare su un dosso senza togliere per l'ennesima volta la tavola, un ritmo ed una potenza simile a quello del grande Pietro Piller Cotler durante lo sprint di una gara di Coppa del Mondo di Fondo
A questo punto il commento a caldo e' stato veramente devastante e la voglia di prendere a racchettare colui che ha deciso di portare 14 poveri snowboraders "in questa valle di lacrime" era veramente tanta...ma le torte, il vino ed i salami a fine gita sono riusciti nel farmi trattenere in (e lo dico ora a mente fredda) in ulteriori ingiusti commenti.
Le considerazioni a freddo durante lo sbarbamento mattuttino pre ufficio raccontano invece di una bella gita che:
1)In condizioni meteo migliori avremmo potuto godere meglio le bellezze del posto che effettivamente merita e puo' dare veramente tanto
2)Sempre con meteo felice il raggiungimento della vetta, con relativo godimento, ci avrebbe fatto meglio digerire le sucessive fatiche (per noi poveri snowboarders) della cammellata finale della discesa
3) Abbiamo fatto molto utile ed interessante didattica che magari (illuso) ci verra' risparmiata per la prossima ed ultima gita di corso
4)Come sostiene il Ns. illustre Direttore di corso il "Signore ci ha fatto dono di due gambe e non capisce il perche' noi snowboarders ci ostiniamo nel continuare a non usarle tutte e due separate ma legate su un pezzo di legno"...probabilmente la sofferenze delle cammellate e delle affannose rachettate e' lo scotto che dobbiamo pagare per questo affronto: il godimento di discese in neve fresca e polverosa od altre spero tante libidinose surfate richiedono pur loro un prezzo da pagare
5)Magari una maggiore considerazione da parte di chi decide dove andare in gita (consideranto tutti i fattori di decisione sulla meta quale periodo dell'anno, meteo, condizione della neve) verso le esigenze di noi snowboarders renderebbe questo corso, oltre che didatticamente gia' molto interessante, anche piu'...per cosi' dire "godereccio in discesa" !!!
Questo e' il grido disperato di un povero snowboarder che per passione verso questo bellissimo sport lascia a casa moglie e piccola figliola per un intero fine settimana: METTETEVI UNA MANO SULLA COSCENZA PER LA PROSSIMA ED ULTIMA GITA DI CORSO E PENSATE A NOI SURFISTI: FATECI GODERE, GODERE, GODERE, GODERE, GODERE!!!!!!
Grazie a tutti di tutto,
Mario (SA1 - Classe 2)
Ho atteso fino ad oggi per commentare la gita di questo week end poiche' volevo che prima giungesse almeno un commento della gita portata a termine dal resto della scuola. Mi accingo dunque a descrivervi l'intero nostro we, e non solo la gita sulla cima Piatta Alta, meritando di essere descritto in ogni suo dettaglio.
Per il mio amico e compagno di viaggio Luca, meglio conosciuto come Puddu, e per me il fine settimana comincia dal venerdi pomeriggio quando ci mettiamo in macchina alla volta di Cortina: perla delle dolomiti ampezzane. Il viaggio e' lungo ma piacevole e giunti a destinazione andiamo a bere una bella birra e a mangiare una pizza aspettando di essere raggiunti dal trio Ravensburger (Ale), Premiata biscotteria Fracassi (Frenci) ed Andrea figlio del celeberrimo 'Presi' e nostro talentuoso istruttore. Questi baldi giovani giungono alla mia abitazione in loco verso la mezza notte e di li a poco e' dunque l'ora di infilarsi in branda dopo aver trincato un paio di irrinunciabili grappini.
Il mattino seguente svegli, pronti in pochi minuti e partenza alla volta della valle di Braies dove ci attende una giornata radiosa e soprattutto il Picco di Vallandro. A destinazione e' giunto anche Marco il temerario (partito verso le 4 di mattina per raggiungere il gruppo).
Si parte! La classe 6 parte davanti mantenendo un ottimo passo, la classe 8, costituita solo dallo 'zoccolo duro' e decimata dalle assenze, la segue senza indugio. L' ascesa al picco scorre rapida nella solita atmosfera conviviale solo il sole si nasconde e per un bel pezzo si sale proprio dentro la nuvola. Senza la 'zavorra' delle altre classi la vetta viene raggiunta velocemente e il sole ci regala un panorama eccezionale!! Davanti a noi l'imponente Forcella Rossa da un'idea ai neofiti di cosa siano le dolomiti (altro che Alagna!!). Dunque vetta raggiunta pranzo meritato e poco dopo piccola escursione per raggiungere la croce dove i veri alpinisti si affrettano a firmare il diario di vetta. Ora ci attende la discesa, il sole splende nuovamente e la voglia di saggiare la neve e' tanta; giu per il pendio si alternano valide zone ottimamente innevate a qualche passaggio leggermente sassoso. E' come sempre il divertimento a farla da padrone.
Siamo giunti quasi al rifugio da cui eravamo partiti quando Carlo e Sergio, condottieri della famigerata classe 8, ci annunciano che e' finalmente arrivato il momento di adoperarsi nell' esercitazione da molti agognata: LA BARELLA!! Il lavoro del gruppo procede bene a parte qualche imprevisto (la corda si annoda magicamente da sola: 20 min per venirne a capo); una volta costruita l'intelaiatura con sci, accoppiatori e racchette viene acchiappiata la Frenci,legata come un salame,resa un'unica cosa con la barella con la quale il prode Jagermaister la condurra' fino al rifugio (Puddu ed io addetti ai freni).
Ora la maggior parte di voi pensera' che qui si concluda la nostra prima giornata: errore colossale! Giusto il tempo di mangiare un po' di colomba e bere l'ormai famosissimo prosecco di Sergione che si rimonta in macchina, ci si sposta dalla valle di Braies alla valle Campo di dentro, si lascia la macchian nel parcheggio e si riparte con la procedura nota ad ogni allievo della Righini: scarponi ai piedi, pelli sugli sci, zaino in spalla e via!
Dopo un ora e mezza circa di camminata defatigante arriviamo al rifugio I tre Scarperi: il nostro ricovero notturno.
La serata e' piacevole come sempre, si parla, si mangia e, piu' che altro, da bravi adepti di quell'azienda vinicola formato uomo del Sergione si beve che e' un piacere!Finita la cena e lo schizzo di rotta per il giorno seguente, giusto il tempo di un ultimo grappino e via nel sacco lenzuolo ma mentre tutti pensavano di dormire, spente le luci, parte un esilarante cabaret, incoraggiato da coloro che, stanchi dalla giornata, dormivano russando di gusto, ognuno ovviamente a modo suo.
La mattina sveglia di buon ora, colazione e partenza ci aspettano i 1300 metri di dislivello per raggiungere la Cima Piatta Alta. La giornata e' spettacolare e l'ambiente che ci circonda ancora di piu', la neve riflette i forti raggi del sole esaltando i torrioni dolomitici che ci sovrastano. Il sole splende forte e altrettanto forte scalda le rocce che danno vita a diverse valanghe con le sembianze di cascate con sonorita' piu' simili a quelle di un tuono.
Siamo arrivati alla base del muro finale ed e' qui che un gruppetto guidato da Marco Santorini (Campedelli per gli amici) e composto dalla classe 8 ,
con l'esclusione di Puddu attardatosi con Sergio, e, con un infiltrato Simone,si lancia in fuga! IL Campedex tiene un ritmo rapido e costante e ci conduce in vetta in men che non si dica! La vista lascia senza fiato, visuale a 360° sulle dolomiti trentine e venete: seconda vetta raggiunta complimenti a tutti!
Uno dietro l'altro arrivano tutti, si mangia, si beve, qualcuno sfumacchia, si fanno le immancabili foto e ci si prepara per la discesa che promette assai bene. Non restiamo delusi la neve e' abbondante ed eccellente, su alcuni pendii farinosa ed immacolata: un paradiso!
La gita volge alla conclusione finita la fantastica discesa poggiamo le chiappe sulle panche dei Tre Scarperi e via al tripudio di birre, prosecchi, vini rossi, colombe, strette di mano e congratulazioni(2300 m in 2 gg).
Il we si conclude qui quasi per tutti il lunedi' si sa i lavoratori sono chiamati all'ordine ma c'e' anche chi (Puddu, Marco ed io) si puo' godere il sole fino al tramonto, parlare della gita, bere altre sei birre ,andare a mangiare in un ristorante tipico a Dobbiaco, il tutto senza nessuna invidia per coloro che, loro malgrado, sono in macchina verso Milano.
Noi tre fortunati dormiamo nuovamente a Cortina per ripartire lunedi'.
Credo di essere stato 'leggermente' prolisso ma questa gita andava raccontata nei dettagli.
Concludo ringraziando nuovamente tutti gli istruttori che hanno organizzato e ci hanno accompagnati in questa indimenticabile gita!!
MARTINO CLASSE 8
Molto lieto.
Lieto di aver ritrovato dei 'vecchi' compagni dell'SA1 e di averne conosciuti di nuovi…la grinta di Antonio, l'esperienza di nonno Cesa (che secondo me un po' si offende a sentirsi chiamare nonno, soprattutto considerato che ha piu' gambe lui di molti giovani, di sicuro piu' di me), la dolcezza femminile, ormai marchio registrato di Giuliana, lo stile di Giovanni, con i suoi sci sempre maledettamente paralleli, come se non facesse la minima fatica, le foto di Nicola e i suoi dreads, la battuta sempre pronta (ma di rado apprezzata!) di Carlo, la compagnia di Ivan, il sorriso di Umberto, la gentilezza di Roberto, l'entusiasmo di Klaus, la tecnologia di Stefano, il fiato apparentemente inesauribile di Rudy, i silenzi di Paolo che ci ha lasciati troppo presto, mi auguro nel frattempo abbia cambiato idea.
Lieto di aver messo piede in falesia per la prima volta, anche se senza scarpette ho sofferto non poco…ancor piu' lieto e soddisfatto di aver affrontato una cresta anch'essa per la prima volta, imbracato, i ramponi stridenti sulla roccia, il vento (debole, secondo la recensione del boss su campotocamp) che mi tagliava il viso e ghiacciava i capelli…una sensazione fantastica.
Davvero contento di partecipare a questo SA2, a cui sono stato ammesso soltanto per intercessione divina e che spero di continuare e concludere con lo stesso grande entusiasmo!
Simone
Che dire....partenza all'alba, con il cambio dell'ora a nostro sfavore, la gita e' stata molto bella peccato per il tempo che non e' stato dalla nostra per la seconda volta (forse ci siamo abbonati alla nebbia???).
Devo dire che la parte piu' bella e suggestiva (la nebbia ed il vento a tolto molto) sono stati gli ultimi 100 metri con ramponi e picozza (la prima volta) e la discesa sul ghiacciaio ed il canalone finale.
Nel complesso bella gita, una lode va agli istruttori.
Mi dimenticavo di sabato.... una bellissima giornata, tra soste, uso della piastrina per recupero del secondo, discesa in corda doppia.
Una giornata inaspettata visto il tema del corso ma molto utile e istruttiva.
p.s.: visto il grande successo propongo di adottare come sigla del corso il FADO
Klaus
Il buongiorno si vede dal mattino.
Zaino pesante, tris di pizzoccheri la sera prima, nuvoloni neri in arrivo…Il pensiero di mollare quatto quatto picca, ramponi e moschettoni al Passo dello Spluga dietro le mura di una casa effettivamente un po' mi ha sfiorato.
Poi mi sono detto: 'Caspita, mi serve un po' di musica, quella che ti da' la carica!'. Pronti via! Indosso l'i-pod, e…provate ad indovinare che cantante scelgo…beh vi do un indizio: il Portogallo.
Partenza alle 8.00 dal passo, cima ore 13.00. Scorci di azzurro e cime meravigliose. Doverosamente fotografati.
Poi la cresta. Peccato la nebbia, anche se l'atmosfera ha rafforzato lo spirito di avventura e il gesto atletico.
Bella la discesa. Bella la variante.
Un doveroso ringraziamento al Cesa: se non si scagliava come un felino contro il mio sci sinistro impazzito, a quest'ora sarei ancora all'imbocco della val Chiavenna a cercarlo.
Ultimo pezzo, definito 'sci alpinismo di ricerca'….: ehm..lasciamo perdere, mi sentivo un po' come Messner di ritorno dal Nanga.
Ho atteso i miei salvatori al parcheggio di un paesino sperduto, che piu' o meno puntualmente (mannaggia Roby!) sono arrivati.
Alla prossima
Antonio
Tragica conduzione della barella classe 5
http://it.youtube.com/watch?v=qC8Ue1dm7eY
Realizzazione barelle classe 4
http://it.youtube.com/watch?v=P6SsJW7XI-s
Ciao a tutti,
splendida gita la nostra, baciata anche dal sole nella seconda parte della giornata. Ho potuto percio' fare qualche foto che vorrei condividere con voi.
Le trovate al seguente link:
http://www.kodakgallery.it/I.jsp?c=5wf8acxx.2za6q9w49&x=0&y=-hibg9
Purtroppo non sono divise per gita, quelle del Monte Faraut sono dalla numero 40 in poi. Le potete scaricare ma in formato ridotto, se ne volete una in particolare contattatemi e ve la spedisco.
Alla prossima.
Buona Pasqua.
Ricki
Visto il grande successo ottenuto dal mio commento all'ultima gita, si replica per il primo week end dell'Sa1.
Prima nota: all'appuntamento a Famagosta manca il Luigi e la tristezza e' tanta.
Appuntamento alle 6.30, non proprio per tutti, e si parte alla volta del Piemonte. Il viaggio comincia tranquillo, un po' di musica, molto sonno e pausa colazione all'autogrill.
La macchina dove viaggio, per non incorrere in problemi di navigazione, decide di seguire quella del diretu'r e nessuno si occupa piu' di tanto di controllare il tragitto fino a quando, con grande sorpresa, non ci accorgiamo di viaggiare verso Venezia….Chi non ha mai sognato di fare sci alpinismo sul Canal Grande?
Una volta ritrovato l'azimut corretto passiamo per Asti, Alba, Cinzano... dal primo all'ammazza caffe'..comincio ad avere fame.
La strada e' lunga e dopo circa 2 ore e mezza ci fermiamo per un'altra pausa. Siamo molto lontani da Milano e lo si capisce dalla barista che offre a tutti la brioche giustificandosi che sono del giorno prima; un po' secche ma ancora buone, davvero, e alzi la mano chi al bar, a Milano, ha mai mangiato una brioche sfornata (si fa per dire..) il giorno stesso.
Dopo una serie infinita di tornanti arriviamo finalmente al punto di ritrovo. Abbracci, sorrisi, il solito buon umore che precede ogni gita. Sergio, nell'entusiasmo generale, da la sua prima 'gollata' al thermos pieno di Prosecco.
Il Carletto, istruttore del mitico gruppo 7 (meglio conosciuto come gruppo 8), e' ko e il nostro condottiero e' NIENTEPOPODIMENO che il capo dei capi della Righini. Il gruppo, non sapendo se dover dare al grande capo del tu o del lei o del voi, decide di prendere, come dice sempre il Sergione, la vacca per le mammelle: nasce quindi la figura del Presi.
La gita comincia e il Presi ci guida come stambecchi in mezzo ad un bosco di larici e, tra una perteghetta e l'altra, guidiamo la testa del gruppo verso la vetta. A differenza delle scorse gite siamo partiti da valle molto tardi quindi, a tempo di record, corriamo verso il traguardo: una splendida cresta ai piedi della vetta, panoramica, bellissima e, come sempre, sudata fino all'ultimo metro di salita.
A meta' discesa, il gruppone dell'Sa1 assiste ad una simulazione di ricerca vista/udito-arva+spalatori, con protagonisti i nostri istruttori: il buon Pietro, nei panni dello sciatore sopravvissuto, urla come se si fosse rotto tutto e comunica a tutti che..'C'e' stata una valanga! Ci sono sotto almeno 5 persone, di cui una senza arva e una bionda e formosa…'. Ah pero'!
Assistiamo allora, con commento in presa diretta del diretu'r, alle ricerche. Come sempre, alla fine di ogni storia, la morale e' inesorabile: 1) Se non hai l'arva e rimani sotto una valanga sei FREGATO, anche se ti chiami Deborah con l'acca e hai un decolte' niente male. 2) Se ti chiami Deborah con l'acca e hai un decolte' niente male, gli spalatori scavano molto piu' in fretta. 3) Se uno dei tuoi soccorritori si chiama Sergio, non ti sorprendere se vaga con l'arva a parecchi metri dagli altri…e' l'effetto del litro di Prosecco che ha in corpo dalla mattina presto. Salute!
Problema: se sali da un bosco poi, dopo, ci dovrai anche ripassare per scendere…Nemmeno il Thomas Bergamelli dei tempi d'oro ha mai fatto uno slalom del genere. Lui, pero', scodinzolava tra un paletto e l'altro noi, invece, tra i larici e, inforcare una porta anche tripla non e' come inforcare un albero di 15 metri…
Prima gita conclusa. Comincia la Sagra Righini: salame, vino rosso e, ovviamente, il famoso Prosecco..
Con la vista ormai appannata dall'alcol ci dirigiamo verso il nostro albergo-rifugio-stamberga dove un simpatico vecchietto con la barba bianca, una signora gia' ubriaca e l'esercito di figli di Marco ci accoglie rumorosamente. Dopo una splendida doccia fredda, comincia la cena dove si mangia poco, ma bene, e si beve molto, come sempre. Il letto, poche ore dopo, mi vede e mi fa un applauso.
Il giorno dopo alle 8 siamo gia' sugli sci e il vino e le grappe della sera prima si fanno decisamente sentire. La giornata e' pero' davvero spettacolare: ventosa ma con un sole stupendo e la cornice di montagne che ci sovrasta e' tanto imponente quanto spettacolare. In una parola, super!
Il Presi ci guida saggiamente fino alla vetta, dove arriviamo dopo circa 3 ore e mezza. 1800m di dislivello in 2 giorni, niente male Sa1.
Questa volta dalla prova arva non si scappa. Uno alla volta svolgiamo il nostro lavoro da rabdomanti mentre il Presi ci indottrina anni e anni di esperienza parlandoci di equinozi, solstizi e del perche' il giorno di Santa Lucia e' il giorno piu' breve dell'anno. Perle di saggezza.
Bene, il primo week end fuori porta dell'Sa1 e' finito, tutti scappiamo verso le nostre case e Milano, tanto per gradire, ci accoglie con un bel temporale condito da una copiosa grandinata. Volete mettere con la Val Maira?
Luca Corrias Classe 7 Sa1.
bravi ragazzi,
dovete arrivare un po' più allenati.
traccia della gita su google earth grazie a stefano:
https://www.scuolarighini.it/system/files/gite/doc/pizbeverin.kml
I miei neo compagni dell'SA2 dovevano essere proprio distrutti per aver lasciato tanto a lungo questa pagina in bianco... mi aspettavo resuscitassero verso il terzo giorno, ma a questo punto temo siano ancora ciondolanti tra letto e divano e non ci pensano proprio di lasciare una qualche traccia, seppur virtuale. A meno che ....nessuno li ha visti con tuta e scarpette da ginnastica aggirarsi tra i parchi di Milano in questi giorni ? Può essere che li troviate chissà, sulla montagnetta forse, su e giu' mille volte per recuperare come promesso la forma fisica ed arrivare sulla prossima vetta post pasquale senza pianti e sospiri. In tal caso, non fermateli!
Aspettando che si riprendano, Vi racconto brevemente cosa è successo: gran gitone al sabato (Piz Beverin da Wergenstein) con salita di orientamento nella nebbia fino al salto di roccia, cima e discesa al sole ...pernottamento e relax in un caratteristico albergo-rifugio proprio alla partenza della gita, tra l'altro sembra essere base di bellissimi giri in mb (ma qui esco fuori tema), la serata è trascorsa tra sauna, massaggi e una cena squisita ...altro che uscita di selezione, ai tempi del mio SA2 lì sì che era stata una vera selezione naturale: dormire al Crête Séche a - 5 gradi, solo un piccolo gruppo di amici valorosi ebbe la forza di supere la notte.
Domenica la meteo è stata più clemente delle previsioni e mentre grigio , tempesta e neve imperversavano nelle valli vicine noi, sotto un sole che andava e veniva, ci siamo potuti dedicare ad esercitazioni arva ed alla costruzione di una truna fuori programma, con Pecchio che dopo aver dato prova di rare doti di artista, poeta e pittore della neve si è trasformato in un secondo in una scavatrice vivente.
Dunque... osservatrice quest'anno. Mmmmm... vediamo se ho capito bene i compiti che mi spettano. Prima cosa, osservare bene gli allievi. Fatto. Sono tutti ragazzi e pure carini, figuriamoci se non li osservavo. Resta da capire che fine hanno fatto fare alle donne dell'SA1 dello scorso anno, unica sopravvissuta Giuliana, forte e decisa non avrà certo problemi di sopravvivenza, a lei spetta il compito di portare fin sopra i 4000 una goccia di dolcezza femminile.
"A corto di fiato e gambe, ma simpaticissimi" è stata l'autorevole valutazione finale. Aggiungerei anche giovani e forti e in un attimo vedrete che Pecchio se li ritrova dietro le code degli sci, o forse dietro quelle del Bez, che fonti attendibili dicono sia assai peggio.
Osservare poi scrupolosamente gli istruttori...
Gianfranco, con la sua didattica trasparente e l'immutata capacità di sintesi, pazienza, umiltà e contagiosa passione fanno di lui il direttore perfetto. Girava voce che dormisse d'inverno con le finestre aperte, pensavo come acclimatamento all'Everest, in realtà è solo un problema di temperatura.Accertato che per lui la sauna risulta essere una pratica masochista a cui sottoporsi forzatamente solo in caso di bronchite cronica.
Franco, lo ricordavo più piccolo, e non solo in altezza ... l'ho ritrovato maturato, forse che sente la reponsabilità del titolo nazionale? Domenica a dire il vero ha un po' insistito sulla possibilità di fare una gitarella, ma alla fine se l'è messa via. In altri tempi sarebbe certamente scomparso tornando il giorno dopo con almeno 3000 metri nelle gambe.
Guido Coppa, perla di eterna saggezza. E' un piacere condividere con lui tutti i miei spostamenti anche se, date le voci, tra poco rischio una telefonata della Ita.
Astrid, meno male che ci sei tu a darmi ancora una mano nelle attività segretariali. Con la mente un po' annebbiata dalle birre della serata, già il cambio franco-euro mi sembrava arduo, spiegare tutto all'oste svizzero sarebbe stato impossibile.
Irene, squisita compagna di appartamento e Fabio, impegnato nel regionale. Quest'anno non ho ancora avuto l'occasione di vederlo salire in mutande ripindi pendii assolati, penso capiterà presto visto il rialzo delle temperature, comunque già così coperto mi è sembrato in gran forma.
Infine Alberto, silenzioso e solitario, ma non appena lo guardi ti regala sempre un sorriso ed una battuta.
E sempre osservare attenta la montagna ...immobile e imponente , sorprende come possa essere ogni anno così diversa, a seconda di quello che sei, di quello che hai dentro in quel giorno, in quella salita, in quell'istante in cui il tuo sguardo raggiunge la cima.
Cecy
Dal punto di vista di un’allieva vorrei dire una cosa sulla nostra prima gita SA2: ragazzi, secondo me non siamo messi poi così male!!comunque adesso ci ammazzeremo di allenamento..tutti gli istruttori dovranno arrivare in cima con il fiatone!! A parte gli scherzi vorrei ringraziare tutti, compagni e istruttori, per questa prima gita, sperando che possa essere la prima di molte (anche al di fuori del corso). Spero anche di essere all’altezza di portare sopra i 4000 metri una goccia di dolcezza femminile (ottima definizione della Cecy!!)
Baci
Giuliana
Anche questa gita ci accoglie con un sole splendido e montagne incontaminate e maestose....complimenti agli organizzatori per aver sempre prenotato il sole!!
Io ormai sto diventando un'alpinista provetta....questa volta per togliere le pelli di foca non mi sono rotta neanche un'unghia.....
E ringrazio i miei istruttori e compagni di classe (la mitica 8!! nota al mondo come 7...) che mi riempiono sempre di complimenti per i biscottini al cocco...
Francesca
Ho dimenticato la firma.
Luca Corrias Sa1 Gruppo 7.
Il torpedone del Luigi colpisce ancora:
siccome non sopporta la monotonia ti fa salire a Loreto, angolo via Vigliani, e ti scarica in via monte Rosa e devi prendere un autobus per tornare alla macchina; scendi in fondo a Realp e ti viene a prendere all'inizio del paese..... pare che chi e' salito a Loreto stia ancora girando da ieri sera per Trezzano sul Naviglio chiedendo dov'e' la metropolitana.
Il CNR si e' riunito in seduta d'emergenza per valutare la nuova teoria della dilatazione temporale: "Leonardo!! Te lo dicevo io, se i bagagli li caricavamo prima ci stavano, adesso non ci stanno piu'" (Luigi, Realp ore 17:50)
L'affermazione ha gettato lo scompiglio nel mondo scientifico, oltretutto, essendo i suddetti bagagli gli stessi della partenza, non appariva chiaro come potessero insorgere problemi di allocazione e tantomeno il perche', caricandoli prima, dovesse cambiare qualcosa. Boh.
Il Brambilla, rifacendosi alla lezione di giovedi', ha pero' chiarito tutto sentenziando che e' colpa dell'altimetro che in realta' e' un barometro:
tenendo conto che se sali di quota diminuisce la pressione, ne deriva che se ti addormenti in un rifugio e viene il bel tempo, quando ti svegli sei nella pensione Miramare a Ladispoli, quindi col brutto tempo gli zaini si dilatano e non ci stanno piu'.
Io non so che tempo c'era a Milano, pero' avevo parcheggiato una 126 e me ne sono andato a casa con una BMW.
Vento: esperienza interessante…….. la prossima volta porto il windsurf.
Ricordarsi di scandire bene le parole: 'Pietro, trova un posto per fare il profilo E il cuneo'
Pietro infatti ha capito 'a Cuneo' ed e' partito per l'autostrada.
La neve e' scientifica. Se ne cade mezzo metro sul terreno, poi ghiaccia di colpo, poi piove, poi righiaccia , poi ci nevica sopra, gela, rinevica, 40 gradi, rigela, nevica di nuovo, il tutto in una settimana, tu ci salti sopra, tagli il fronte, fai le capriole, tiri le bombe a mano……. niente, non si muove niente. Il profilo tiene.
Stai sicuro che se provi a starnutire finisci al telegiornale.
Orientamento: la bussola indica sempre un punto che non ti interessa.
A volte due. Ma se ne incroci tre sulla cartina ottieni una zona, detta triangolo delle bermude, dove probabilmente ti sei perso. Ma questo gia' lo sapevi.
Cos'e' l'Azimut? Reinhold Messner dice di averne visto uno sull'Himalaya, ma alla Righini non ci credono.
Bollettini: sono molto precisi, leggerli attentamente e poi, di tutte e 37 le possibilita' indicate, aspettarsi l'unica che non viene citata
In caso di nebbia devi mandare avanti due sciatori, in fila indiana, seguendo l'azimut ….. poi aspetti che tornino con i soccorsi.
Roberto D.
Stotzingen Firsten: grande Sa1 e grande Luigi...
La terza gita dell' Sa1 si conclude con la mitica squadra 7 (meglio conosciuta come squadra 8…) che arriva per prima al traguardo (dietro solo al diretu'r che negli ultimi 100 metri parte in volata) e chiude definitivamente la giornata arrivando a valle per ultima, poiche' portatrice del famigerato barellone (e per aspettare quei perditempo degli snowborder…).
La giornata e' stata in una parola spettacolare: posto stupendo, sole meraviglioso (si' si' le previsioni erano giuste….) e le solite note di colore…
P.zza Baracca ore 5.30, comincia l'avventura con una prima sorpresa.. ci sono circa 15 gradi nonostante sia ancora notte fonda e fa gia' un caldo disumano. Come al solito ci ritroviamo alla fermata assonnati e non vediamo l'ora di salire sul pullman a dormire, ma ci siamo dimenticati di Luigi. Il nostro famigerato autista arriva come sempre puntualissimo, spaccando il secondo, e scendendo dalla sua postazione comincia a sbraitare contro tutti, ringhiandoci di mettere le nostre cose in maniera ordinata stando attenti alle sua bicicletta 'posteggiata' nel vano bagagli… (cosa ci faccia li' una bicicletta e' rimasto un mistero irrisolto..).
Dopo la consueta infornata di persone alla fermata di Lotto, sul pullman cala il silenzio, rotto solamente da qualcuno che russa di gusto.. beato lui.
All'arrivo in Svizzera ci accoglie un tempo tipicamente autunnale: nebbia, cielo grigio e addirittura pioggia. Il gruppo Sa1 comincia allora a sfogare la sua rabbia contro il bollettino svizzero e, ovviamente, contro gli organizzatori della gita. Luigi comincia a brontolare (ma la giornata e' ancora lunga..).
Arrivati al posteggio, pronti via si comincia a salire e, contro ogni pronostico, il tempo comincia a migliorare, fino all'uscita di un sole stupendo: il tutto e' fatto notare dal Direttore che, partito per ultimo, recupera tutti i gruppi e con ghigno malefico rinfaccia gli impropri subiti a bordo del pullman…
La salita prosegue tra le solite difficolta': volta Maria, caldo e pause pipi', fino all'ultima parte della gita dove, come da bollettino, comincia a soffiare un Maestrale che non ha nulla da invidiare alla Bora di Trieste. Carlo, mitico istruttore del gruppo 7 insieme a Sergio, (il Flavio Briatore delle Alpi, soprannome dovutogli al capello bianco e all'abbronzatura sempre impeccabile) non fa in tempo a dirci di stare attenti che Alessandro vede letteralmente volare via un suo guanto e Beppe, fortunatamente recuperata, nientemeno che la sua macchina fotografica!
L'ultima parte della salita e' quindi piuttosto dura ma piu' o meno tutti arrivano al traguardo. Si mangia!
La discesa e' davvero piacevole, in alcuni punti la neve e' super e, proprio nel momento di maggiore godimento, quando sei li' che pensi che alla fine ne e' valsa la pena di svegliarti alle 4 del mattino e scarpinare per 3 ore in salita, gli istruttori si fermano, e intimano di tirare fuori le pale (che ormai e' sotto ad un chilo di rifiuti nello zaino)...'Cominciate a scavare…'.
Ho scavato piu' ieri che in tutta la mia vita (anche perche', sinceramente, per quale motivo avrei dovuto scavare prima?) ma alla fine, dopo aver visto i vari strati diversi di neve, vedere cadere la nostra mini valanga di scorrimento ha dato a tutti una certa soddisfazione (cosa che probabilmente non pensera' chi verra' travolto dall'accumulo che abbiamo lasciato li', ormai senza piu' punti di appiglio…gli abitanti di Realp ringraziano..).
Bene, dopo la consueta prova arva, arriviamo tutti sani e salvi in valle ma, i soliti burloni e simpaticoni svizzeri, decidono di impedire al nostro Luigi di portare il pullman al parcheggio di partenza e quindi ci regalano una splendida passeggiata 'defaticante' sci in spalla fino al nuovo punto di incontro.
L' Sa1 e' davvero a pezzi e, una volta riunito, si sfoga nel miglior modo possibile, ossia dando inizio ad una vera e propria Sagra di paese fatta di vino rosso, salame, torte e affini; da notare gli immancabili biscotti al cocco fatti in casa da Francesca (ovviamente gruppo 7), il liquore casereccio di un mitico snowborder e la magnum di vino rosso che, veramente, ci ha dato il colpo di grazia. Si' perche' la prima mezz'ora di viaggio e' degna del Circo: il povero Luigi viene raggiunto da insulti di ogni tipo e viene addirittura accusato di essere il colpevole del continuo salasso della quota del viaggio. Tutta la componente maschile e femminile seduta nel retro del pullman e' completamente ubriaca, e si cerca di arrivare ad accordi piu' o meno improbabili di accorpamento di classi per le prossime gite….
La gita volge quindi al termine, ma all'ultimo il buon Luigi dimostra di essere una persona che sa stare allo scherzo (o con problemi di udito) e dal nulla, prendendo la parola al microfono, ci ringrazia e ci dice arrivederci alla prossima volta; l'applauso non puo' che essere spontaneo e fragoroso, ma il buon autista oggi avra' avuto il suo bel da fare a ripulire il porcile fatto nelle ultime file…
Lo scenario della gita era senza dubbio meraviglioso. Complimenti all'organizzazione per avere provveduto a condizioni atmosferiche ideali per goderne appieno. Un po' meno per le escursioni termiche a cui sono stati sottoposti gli allievi. Suppongo che il passare dai +40°C della salita ai -40°C della sosta nel breve volgere di pochi minuti contribuisca a forgiare in acciaio la tempra degli allievi. Rimane comunque un mistero della fisiologia e della fisica, come poteva Sireli, alla sosta finale, rimanere in camicietta mentre io congelavo racchiuso entro 4 strati di sofisticati indumenti tecnici invernali.
Saluto tutti con una considerazione, se alla prossima gita vogliamo finalmente arrivare su una qualche cima, dobbiamo darci una mossa.
Carlo
Bellissima gita in una splendida giornata di sole. Complimenti a coloro che ancora si ostinano a usare gli sci! E se gli organizzassimo una giornata per fargli scoprire gioe e dolori (quando lo si deve portare in spalla !) dello snowboard ?
Tom