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Uscita: SA1-2005 Gita3 / Mont Flassin



Corso: SA1-2005
Data: 27/02/2005
Partecipanti:


Itinerario: Mont Flassin
Quota iniziale : 1400
Quota finale : 2663
Dislivello totale : 1263
Esposizione : E
Difficolta' : MS
Localita' di partenza : Saint Oyen
Regione : Valle D'Aosta
Zona : Gran San Bernardo

6 commenti su “Uscita: SA1-2005 Gita3 / Mont Flassin”

  1. Ancora, perche’ in quell’ancora c’e’ la promessa del per sempre. Ancora, perche’ ieri con gran tremore e sorriso da guance rosse e denti storti, mi sono inchinata alla montagna a cui bisogna dare del lei, con onore e stupore. Il Monte Bianco mi ha stordita e accompagnata in una visione senza fiato. Svettava per altezza di contemplazione con le sue vie del cielo. Parlava lento e lungo: ‘Non intorbidire il cielo con le tue richieste, uomo. Merce avariata le tue preghiere, merce avariata! il tuo usare la parola amore: a buon mercato!’. A torto o a ragione, sono scesa con nello zaino questo e ho affrontato le mie paure cosi’: standoci dentro. Una parola ancora: ancora.
    (grazie a M. Gualtieri)
    agnes

  2. Ci avevano detto che avrebbe fatto freddo, molto freddo… ed infatti nell’allacciare uno scarpone perdo una falange che si stacca di netto, tac, come un ghiacciolo, fa nulla metto tutto nella moffola e miracolosamente a fine giornata risulta attaccata a suo posto.
    Alla partenza sarebbe meglio mettere un paio di pattini da ghiaccio invece di sci e pelli: infatti c’e’ una stradina in ombra degna delle olimpiadi invernali di Short track che ci conduce fino ad una bella baita, quella si’, al sole. Ovviamente tutte le scorrettezze per arrivare primi sono accettate: classi che ne sorpassano altre, improbabili scorciatoie nel bosco piu’ fitto, barelloni appesantiti con macigni, radio spente o “dimenticate” che permettono di sfuggire alle reprimende della vigile direttrice.
    Dalla baita ormai l’urlo e’ unisono: banzai! 50 disperati assaltano gli ultimi 300 metri per arrivare ad un colle gelido.. che ci dicono non essere il col Flassin: mah come…? azzardo l’ipotesi che il cervello degli istruttori abbia dei limiti di funzionamento al di sotto di certe temperature.
    Gli Snowboarder primi al colle ed al parcheggio, sono stati avvistati scendere con le ginocchia bloccate dal gelo seduti sulla tavola, il loro istruttore invece, furbone, era con gli sci (ma, ci passi il consiglio, scende meglio con la tavola!).
    La prima meta’ della discesa e’ bellissima la seconda un po’ meno. Aspettiamo tutti in autobus 20′ che Don Leo confessi tutta la sua classe per i peccati della settimana.
    AT

  3. Gita della trasfigurazione. Qualche incertezza iniziale nell’orienteering: vuoi per la poca dimestichezza colla bussola, vuoi per l’uso della cartina della prima gita, qualcuno di noi avanza l’ipotesi che in fondo al vallone ci sia Madesimo. Comunque si sale. Alla malga a 2200 mt siamo gia’ provati: il freddo polare ha causato dolorosi congelamenti a coloro che hanno voluto indulgere nella minzione nel bosco. I nostri istruttori ci persuadono che siamo solo a dieci minuti dalla meta mostrandoci una mappa che si rivelera’ poi grossolanamente contraffatta (isoipse cancellate col bianchetto). Strappo finale ed arriviamo al colle. Bellissimo spettacolo e soddisfazione. Si apre pero’ il dibattito su quale colle sia: l’unica certezza e’ che ci troviamo da qualche parte a sud di Zurigo. Discesa divertente, soprattutto per chi riesce a fare le curve. Giunti a valle, la bella notizia da Stoccolma: l’Agnese e’ finita nella short list del Nobel per la letteratura. Si festeggia in pullman col Tavernello travasato dal tetrapack alla bottiglia di vetro, cosi’ per il gusto della trasgressione. Segue la tradizionale gara di solidarieta’ tra gli allievi, con la colletta a favore dell’ONLUS ‘P. Lamiani’. Arrivo in citta’ verso le 20.15, consueto scambio di sci e scarponi, poi tutti a casa stanchi ma felici. O

  4. La societa’ ‘P. Lamiani S.p.A.’ tiene a precisare che la propria forma giuridica e’ ‘Societa’ per azioni’ e non, come erroneamente riportato, ‘ONLUS’.
    Cogliamo l’occasione per ringraziare con affetto e calore tutti i partecipanti per le cospicue donazioni a favore di tutti gli organi meccanici del veicolo sottoposti a forte trauma dalla conduzione spericolata del mezzo da parte del conducente.
    Avanziamo inoltre forti perplessita’ sull’effettiva presenza a bordo del veicolo stesso del limitatore di velocita’ previsto dalla normativa vigente.
    Distinti saluti,

    Il direttore generale
    Ing. Pietro Lamiani

  5. MILANO ore 9.10! e’ tardi! la neve scende sulla citta’ , che sonno. Tento di alzarmi ..tento
    ..infilo una camicia e sono giu’ per le scale. In cortile gia’ due alte spanne di neve.
    Guardo i miei piedi e ovviamente ho le clark, notorimente molto adatte alla neve. Non ho il tempo per mettere le pelli,
    affronto il guado e affondo nella neve. La custode mi guarda preoccuata, io l’assicuro neve farinosa, non molto coesa, non si corrono rischi,
    il piu’ e’ cercare di galleggiare il piu’ possibile. Alzo la testa e intravedo il “cornicione” che sporge dal palazzo lo osservo e dichiaro ad alta voce: vento nord, nord-ovest. L’inquilina del 2 piano si intrattiene sul bacone, ignara che potrebbe scaricare da un momento all’altro.
    Mi incammino verso il metro’, scorgo una vecchietta che vuole affrontare la rampa di scale,
    testo la neve, l’osservo con il lentino e vieto all’anziana di scendere. Lei protesta, ma sono inflessibile, troppo pericolo, deve esserci stata della brina di superficie prima della nevicata i cristalli sono angolari e il marmo e’ un ottima superficie di scorrimento per un lastrone, inoltre lei e’ uscita di casa senza arva e sonda,
    non se parla. Procedo su un dosso della strada, per evitare i rischi di accumuli.
    In cortile dell’ufficio una montagna di neve, anzi un colle. Col Flassin?? Squilla il telefono !!! ma che ore sono??
    temo il tentativo di alzarmi sia fallito! triste ritorno alla realta’… ma la neve c’e’ davvero. Stasera lezione con gli sci a MONTESTELLA? Nisida

  6. Le facce tese, gli occhi impazienti, le labbra che fremono…tutti in attesa del via, tutti che aspettano di poter utilizzare ancora una volta le loro pelli ed i loro scarponcini termoperformati.
    Perplessita’, quel blocco allo stomaco che ti si legge in faccia, ecco il sentimento che provavano, ancora increduli e sbalorditi per l’ordine ricevuto.. categorico, senza possibilita’ di appello, rigido, almeno quanto la temperatura in quell’area di sosta all’attacco della gita, in quella continua attesa che sembrava una condanna a tempo indeterminato.
    L’avevano visto allontanarsi dalla loro classe, entrare nel cerchio del comando generale, per poi tornare verso di loro scuotendo la testa e malcelando il disappunto dietro un finto sorriso! il loro istruttore capo… vittima e carnefice della sua stessa classe ma anch’egli comunque obbligato ad obbedire, imbrigliato in un incontestabile ed intricato sistema di gerarchie.
    E’ questo il dazio che hanno dovuto pagare per poter accedere al loro olimpo quotidiano, l’amaro calice bevuto fino in fondo.. ma a sempre a loro modo, percorrendo tutta la salita con lunghi traversi per poter rispettare la consegna ricevuta senza perdere il ritmo! ridendo, chiacchierando e scherzando! soprattutto, studiando nuove strategie per stupire di piu’ e ancora una volta durante la prossima gita. 🙂

    Firmato: Apollo e i beatamente ultimi della classe sei

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