Vai al contenuto

Uscita: SA1-2006 Gita4 / Dormillouse



Corso: SA1-2006
Data: 26/03/2006
Partecipanti:


Itinerario: Dormillouse
Quota iniziale : 1608
Quota finale : 2908
Dislivello totale : 1300
Esposizione :
Difficolta' : BS
Localita' di partenza :
Regione :
Zona : Alta Val di Susa

5 commenti su “Uscita: SA1-2006 Gita4 / Dormillouse”

  1. una prima due giorni in montagna. Splendido. L’albeggiare del sole nell’aria pungente, il colorarsi della neve, da blu ad azzurro, poi rosa poi bianca, il tuo cuore che batte nel silenzio rotto dallo sbuffo ritmico del respiro. Bellissima esperienza. Grazie a tutti, speriamo si possa replicare presto. (l’insonne notte in rifugio l’avrei volentieri evitata… a quando rifugi Cai a 5 stelle? scherzo)

  2. A pochi forse interessera’ quello che realmente e’ successo quella notte, mentre quasi tutti gli allievi ed istruttori delle classi 8-9-5 lottavano con vampate di calore prima dell’inversione termica con botta di freddo finale, rigirandosi nei loro sacco-lenzuoli al ritmo crescente del russare dei pochi compagni caduti proprio loro, sfortunatamente per tutti gli altri, nel sonno piu’ profondo. Due compagne escono sole nella notte, avvolte in un tessuto di stelle. Escono con la lezione schizzo di Rotta che rimbomba nella testa … e si ritrovano a guardarsi in faccia e piegarsi a terra dal troppo ridere e chiedersi se tutti questi sapienti ingegneri hanno mai veramente capito cosa vuol dire e quanto difficile puo’ essere talvolta trovare la strada giusta, e non intendo solo quella di una gita. Ma forse e’ meglio se Vi racconto tutto con ordine (e se volete ascoltare mi sa che a questo punto Vi conviene smettervi e avere un po’ di tempo.. se no passate direttamente alle ultime righe che funziona lo stesso..)
    Escono e prendono la salita per il Colle .. direzione Sud-Ovest!forse! credo ! Affondano i passi lentamente nella neve,un venticello soffia sulla faccia e tanti discorsi sono nell’aria. ‘Ma sara’ questa quella famosa brezza che dalla montagna scende verso la pianura, quella della lezione meteo? ‘ ‘Mah non sarei sicura, non era mica che di notte viene dalla valle e va in su?’ ‘Aveva a che fare con l’inversione termica, quella li’ c’entra sempre’. Alzano la testa e da li’ per un quarto d’ora continuano a camminare con il naso all’insu’, si’ perche’ e’ impossibile togliere gli occhi da quel reticolo di stelle! il cielo e’ cosi’ carico che deve fare spazio.. e una alla volta la lascia cadere, e per ogni stella che cade la speranza di un sogno. In una notte cosi’.. iniziano a parlare di niente e di tutto!e di tutto era tanto tempo che non lo facevano !una volta erano cosi’ forti e unite che le scambiavano per gemelle, poi e’ capitato che venti ancora piu’ forti di loro hanno soffiato in direzioni opposte, le hanno strappate e trascinate via. Camminano nella notte e intanto parlano di vita, e credo che sia la montagna che fa questo effetto, forse perche’ in silenzio da anni e’ rimasta ad ascoltare e se anche tu sai stare in silenzio la puoi sentire raccontare, come un vecchio che racconta ad un bimbo, tenendolo sulle ginocchia .. ‘sai, e’ sempre difficile capire e la bussola non serve qui, serve piu’ l’istinto e provare e avere coraggio e sapere che puoi cadere e dosare le forze per poterti rialzare ma sai pero’ ! ho la sensazione questa volta di essere proprio sulla strada giusta..!’ e proprio mentre dice ‘giusta’, sara’ un segno del destino, si ritrova con la faccia sulla neve, fuori dalla traccia battuta giorni prima dai colleghi scialpinisti e con un’idea veramente molto vaga di cosa e quando aveva imparato la prima volta a stare in piedi. Hanno la neve poco sotto le ginocchia e il naso sempre all’insu’, ma lassu’ forse qualcuno ha nascosto il Nord magnetico e cosi’ proseguono parlando di sogni, di essere nuvole ora troppo piccole, ora troppo grandi, ora troppo acide. Fortuna vuole che a un certo punto riprendono conoscenza e decidono che e’ ora di tornare alle brande. Prendono una via tra gli alberi, girano con sicurezza alcune rocce, superano pochi dossi ma ecco che le idee si fanno un po’ troppo confuse ! ‘non venivamo da la’?’ ‘Ma no siamo sicuramente passate di qui’ Insomma, saro’ breve, dopo una bellissima lezione di azimut d’andata e di ritorno si ritrovano a non avere la minima idea di dove possano essere finite. Camminano, sprofondano, continuano a cadere, percorrono incerte una direzione e poi tornano sui loro passi.. e’ sicuro che dopo questa dovremo ripetere anche noi l’SA1, vuoi solo che M.R. lo venga a sapere!e Vi giuro che dopo venti minuti di completa incertezza era diventato ovvio che M.R lo sarebbe venuto a sapere.. Una di loro ad un tratto cade e scivola accidentalmente sul ripido pendio, l’amica la segue d’istinto, una va e l’altra dietro. E si ritrovano stese a terra, una sopra l’altra, bagnate, abbracciate! Non lo troveremo piu’! Si alzano! sostenendosi una all’altra ! era arrivato il momento di costruire il primo riparo per la notte, il primo di tutta la loro vita !E’ allora che acquistano la facolta’ di vedere nel buio, non una luce, perche’ luci non ce n’erano, ma a soli venti metri di distanza un’ombra che prende forma e davanti agli occhi increduli si trasforma in una casa , in un camino, in tanti sci davanti e l’idea di una finestra . Per dieci minuti buoni sono andate avanti a ridere e nessuno le avrebbe potute fermare, piegate nella neve, tenendosi la pancia dal male e altri dieci minuti poi li hanno impiegati per riprendere le forze e trascinarsi fino alla porta del rifugio. Due compagne che parlando di tutto e di niente, pur con una bussola in mano e la scienza nella testa, si perdono nel bosco e dimenticano la via del ritorno, e cosi’ succede perche’ tante volte puoi avere dei chiari punti di riferimento e credere in quello che stai facendo ma nonostante tutta la buona volonta’ poi sbagli strada, e fai errori e cadi. Ma con un’ amica al tuo fianco ti rimarra’ sempre una straordinaria voglia di alzarti in ogni caso e ritornare abbracciate verso un rifugio. Mi scuso con tutti i compagni di camerata per il rumore fatto salendo per le scale e per i corpi travolti cercando il materasso, ma Vi giuro era necessario.. per risaldare un’amicizia, rimasta per lungo tempo legata pericolosamente solo da un filo sottile di ricordi, ora di nuovo forte e bella piu’ che mai, riscoperta in una notte in mezzo alle montagne. E la montagna fa questo, non e’ solo spirito sportivo e alpinistico, ma anche e piu’ di tutto veri amici.
    Ti abbraccio

    Cecy

  3. ..piccola piccola..
    emozionata e fragile
    il cuore trema e richiama,
    il respiro si fa lungo e
    profondo:
    una lacrima.
    …mi sei mancata…
    tuasociasosempre

  4. Magnifico w/e, paesaggi da favola .
    Per Nick, sono capitato in “mansarda” con la completa rappresentativa degli snowboarder. Non ci crederai ma dormono come gli altri, non mangiano gli sciatori e sono pure simpatici.
    Come forse avrai letto, qualche buontempone ha provato a spostare il rifugio mentre le due fanciulle erano notte tempo uscite in cerca di stelle. Ma non e’ bastato sono rientrate alla base.

    Ho documentato la gita con foto e film, mi e’ costato caro. Gli ultimi 100 metri valevano 1000. Ultimo in vetta ma anche ultimo a lasciare la vetta e vi giuro e’ troppo bello.

    Alla prossima e … se mi aspettate magari filmo l’arrivo in vetta!

    Fabio cl 5 –

  5. Devo segnalare qualche inconveniente a memoria e beneficio di tutti.
    La cena: vi rendete conto cosa fa sparire uno scialpinista al seguito di 700 metri di dislivello e analisi stratigrafica? Dopo un avvio quasi timido con il lardo-ma quelle saranno noci?-speriamo,se e’ pepe mi fa male-e il colesterolo?- al nostro tavolo ho visto polverizzare montagne di pasta al gorgonzola (io mi son servito 4 volte e non erano assaggi), salamelle a raffica (qui il record e’ del Cesa che ha dichiarato 6 vittime), caraffe e caraffe di vino decantate a ogni sorsata come “niente male per uno sfuso da rifugio” per dare un tono a una alzata di gomito generale, con il sottofondo di Aurelio:”noi siamo in undici!” che faceva incursioni a recuperare qualsiasi materiale commestibile non ci eravamo affrettati a far sparire.
    Il riposo: c’e’ chi vi ha riconosciuto la metafora del viaggio: Alberto, in camera con me, Roberto, e Cesa, al risveglio:”con voi non dormo piu’ sembava di essere alla stazione con treni che andavano e venivano per tutta la notte”. A nulla sono valse le proteste che forse era piu’ gentile paragonarci ad artigiani in una segheria, siamo locomotive da evitare.
    La matematica: e’ un’opinione, 700=700 e’ un’affermazione totalmente falsa.
    Trovate una somiglianza tra i 700 mt di sabato e di domenica, tra le due ore per i primi e le cinque dei secondi
    In effetti una caratteristica in comune l’avevano erano entrambe ascensioni bellissime per una gita indimenticabile, grazie.
    Francesco, 5

I commenti sono chiusi.