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Uscita: SA2-2008 Gita5 / da Zinal ad Arolla



Corso: SA2-2008
Data: 26/04/2008
Partecipanti:


Itinerario: da Zinal ad Arolla
Quota iniziale : 120
Quota finale : 3720
Dislivello totale : 3600
Esposizione :
Difficolta' : BSA
Localita' di partenza :
Regione :
Zona : Vallese

4 commenti su “Uscita: SA2-2008 Gita5 / da Zinal ad Arolla”

  1. L’ULTIMA VETTA
    Narrero’ le gesta di uno scarso manipolo di eroi o, a detta dei maligni, di un eroico manipolo di scarsi. Laddove realta’ e mito si sposano a far nascere la leggenda, noi ci siamo recati tre giorni a scrivere pagine indelebili della storia della Righini.
    Nessuno dimentichera’ mai il profilo fiero del Cervino, ne’ il tramonto infuocato sui ghiacci del Dent d’Herens e tanto meno l’infinita estenuante traversata fatta per raggiungerli.

    Partenza giovedi’ sera per chi ha trovato ospitalita’ da Cesa a Crans Montana (grazie Paolo!), ritrovo in un parcheggio (chiuso, Gianfranco alza le barriere a mano e ora pare che alla dogana compaia la sua foto fra i most wanted ricercati) alle 9,00 di venerdi’!naturalmente riusciamo ad arrivare in lieve ritardo pur avendo dormito a 20 minuti di distanza, ma a nostra parziale giustifica, benche’ la svizzera sia il paese delle banche, trovare un bancomat funzionante e’ quasi impossibile.
    Abbandoniamo le auto e assaltiamo il postale, tra l’immensa gioia dell’autista e di una coppia di pensionati intimoriti da tanti italiani brutti cattivissimi e armati di piccozze. A meta’ tragitto il fatal Pecchio mi domanda beffardo se ho portato il casco!un fulmine a ciel sereno, l’ho scordato in auto!NOOOOOOOOOOO!!!!
    E il mio, ci tengo a precisare, NON e’ un comune caschetto della Vespa, e’ un fedele alleato a cui voglio bene come, se non piu’, al figlio che non ho, il cui peso e ingombro non mi danno il minimo fastidio, bensi’ mi infondono forza e coraggio garantendomi protezione, non falsa sicurezza.
    E poi insomma, sono (saro’) ing e mi proteggo la testa, fossi una mignotta, mi proteggerei il culo!
    Ci fermiamo a Zinnal, un ameno paesino sul fondovalle e, ancora ottimisti sul futuro prossimo, iniziamo la scammellata, 10 km per 1200 m di dislivello fino al rifugio. Avvicinamento molto tranquillo, c’e’ la possibilita’ di chiacchierare e di osservare le morene che franano di continuo. I gruppi procedono vicini, ritrovo Leonardo e il suo leggendario spacco dei pantaloni con cui si vocifera abbia adescato decine e decine di allievI nel corso degli anni e conosco Riccardo, che con la sua abbronzatura caraibica ha sedotto l’intera componente femminile della truppa.
    Quando ormai abbiamo in vista il rifugio e mancano solo 200 m, crollo, come pochi hanno visto perche’ ero gia’ in fondo, non so perche’ ne’ per come (forse, come dice Antonio, la mia ricetta salina garantita per 1000 m/h mi ha un po’ appesantito), fatto sta che in pochi minuti perdo completamente il fiato, le gambe, e la testa. Colgo l’occasione per ringraziare ancora i miei tre angeli custodi, Nicola, Irene e Leonardo che mi hanno assistito e accompagnato durante la lunghissima e lentissima conquista del rifugio, avvenuta con due ore di ritardo rispetto al gruppo. Con modestia si sono gia’ scherniti e forse e’ vero che molti, di certo non tutti, al loro posto si sarebbero comportati allo stesso modo, ma nel momento di difficolta’, sapere di potersi affidare completamente alle mani di amici, e’ una sensazione indescrivibile, una prova d’affetto senza pari che fa ritrovare la fiducia verso il prossimo.
    Cena, schizzo di rotta e subito a letto.

    Mi sveglio bene, per fortuna, e, come d’accordo, provo a salire tranquillo con una cordata lenta (appositamente per me) e collaudata: Irene e Nicola, il quale mantiene un ottimo ritmo costante e con mio grande sollievo mi rendo conto di essermi ripreso dagli svarioni del pomeriggio precedente pur non essendo al massimo della forma.
    Il Cervino di certo fa la sua parte, illuminandoci d’immenso con la sua visione appena raggiunto il Col Durand.
    Sempre gradito il ripellaggio (primo di giornata), lieve risalita e discesa pessima per il primo tratto, fantastica su firn in una serie di ‘half pipe naturali’ verso la fine.
    Secondo ripellaggio ed ennesima scammellata!parto di gran lena dietro a Bez, ma poi rammento di non avere alcuna fretta ne’ la minima voglia di faticare piu’ del necessario, quindi rallento fino a farmi superare da tutti, francesi inclusi, e arrivare ultimo, posizione a me assai piu’ consona.
    Ora di riposo, poi esercitazione di risalita con nodi autobloccanti, lunga ed estenuante, fra l’esaltante prestazione di Giovanni che vola sui Prusik e le un po’ meno esaltanti prestazioni di noialtri che bene o male quasi tutti raggiungiamo la cima del masso-crepaccio. Da segnalare la fiducia che Giuliana ripone in Franco (meno male che c’e’ lui, se no in questi commenti non avrei nulla da scrivere), il quale, al momento di assicurarla per la discesa, si sente ripetere fra le 15 e le 18 volte di non fare scherzi e mollare piano, esasperato al punto che, quando infine si e’ lanciata, aveva gia’ in mano il coltello pronto per tagliare la corda.
    Cena svizzera: per qualche curioso und ignoto motivo servono prima la salsa di pomodoro e poi, separatamente la pasta con ragu’!senza pomodoro! L’avessi saputo li avrei mescolati io. Sono due giorni che mi sforzo di ricordare con quali massime chi ha deliziato Antonio durante la cena ma ho una sorta di amnesia. Rammento invece il desiderio di Umberto di approcciare la ragazza del rifugio, ma anche lei ha occhi solo per Riccardo, il cui volto dopo due giorni di sole ormai emette luce propria, e’ visibile anche al buio e a decine di metri di distanza, nella notte sara’ l’unico a non necessitare di torcia frontale.
    Piango il mio quarantesimo franco svizzero per acquistare acqua naturale, breve ma accurato (?) schizzo di rotta e via a dormire.
    Prima di infilarmi nel sacco letto salto i preliminari controlli delle vesciche e passo direttamente al conteggio delle dita che non sento piu’ da ore!due!cinque!sette!dieci, ci sono tutte, posso dormire tranquillo.

    Sveglia alle 4.45, mi alzo e sbatto la testa contro il soffitto pendente, mi volto a sinistra e mi sfascio un gomito contro il bordo del letto!se il buon giorno si vede dal mattino!
    Partiamo alle prime luci, e piu’ dei volti ricordo spezzoni di dialoghi:
    ‘Qualcuno mi ha rubato la piccozza’ (io me meco medesimo)
    ‘Toh, guarda Simone nella cordata delle gnocche’ (Frank)
    ‘Potremmo far gara a chi ha le calze piu’ puzzolenti’ (Maura)
    ‘Carlo e’ mio!’ (Leonardo)
    Sulla salita c’e’ poco da dire, abbandono il trio rallystico del primo giorno Gianfranco-Stefano-Ivan per ritrovarmi con Irene e Giuliana, prima di cordata che tira piu’ di loro e mi traina in cima in brevissimo tempo, alla facciazza di chi rideva della nostra cordata e di chi (io per primo) mi vedeva gia’ ritirato venerdi’ sera.
    Foto di rito in vetta, linguaccia a Franco perche’ sono salito prima di lui e intendo farglielo notare e pesare il piu’ possibile.
    Discesa su crostone duro e crudo prima, breve ripellaggio grondanti di sudore e bella discesa su firn misto pappa fino ad Arolla dove autisti e passeggeri si divideranno e ricongiungeranno in un paio d’ore.
    Solo in auto, mentre scendiamo a valle, apprendo da Klaus che in realta’ non ci stiamo dirigendo verso un ristorante cinese, ma che la falsa informazione era solo un astuto e perfido piano del sergente per far serpeggiare malcontento!a me in realta’ il cinese non sarebbe dispiaciuto, anche se ho notato un diffuso pregiudizio nei confronti degli orientali e della loro cucina.
    Al ristorante infine nulla da segnalare, se non l’eccezionale appetito di Klaus che divora qualsiasi cosa gli passa sotto il naso, arrivando a sostenere la commestibilita’ dei cestini in vimini dei grissini.
    Commiato e congedo a tarda sera. Mesto rientro in citta’

    In conclusione di questo SA2, sono fiero di aver conosciuto tanti uomini, e una ragazza, diversi nella vita ma uguali negli ideali di altruismo, generosita’, rispetto nei confronti del prossimo e della natura. Ho imparato molto da ognuno di voi e sono davvero felice di aver condiviso tanti bei momenti.
    Sono certo che prima o poi avremo ancora occasione di ritrovarci a camminare insieme, fianco a fianco, con un gran sorriso sul volto e la pace nel cuore.

    Simone

  2. Dopo il come-sempre-fantastico intervento di Simone ( insisto nel dire che e’ l’unico ingegnere dal volto umano che ho conosciuto alla Righini) il mio risultera’ parecchio insignificante. Pero’ vorrei davvero ringraziare tutti, allievi e istruttori, per i bei ricordi che questo SA2 mi ha lasciato, sperando che siano i primi di molti altri che passeremo insieme. Splendidi posti e momenti divertentissimi (non riesco nemmeno a contare le battute di Antonio che ancora mi fanno morire dal ridere) conclusi con il fantastico giro Zinal-Arolla!ottima scelta del diretur!! Come unica ragazza del corso posso dire di aver imparato cose inquietanti sugli uomini scialpinisti: per esempio che i loro calzini arrivano a puzzare come nemmeno immaginavo (non so perche’ mi vengono in mente Carletto e Umberto) e che amano narrare le loro imprese compiute nel bagni dei rifugi anche piu’ di quelle compiute sulle vette!a parte gli scherzi, grazie a tutti!!adesso attendiamo con ansia le varie cene (dopo la fatica e’ giusto recuperare energie) e sappiate che mi presentero’ solo con torte fatte in casa, anche se stranamente incartate in confezioni mulino bianco!!
    Giuliana:-)

  3. Che dire, un grazie a tutti, allievi e istruttori per le belle gite e per la compagnia ottima. Un grazie particolare a Gianfranco, a Coppadoro, al sergente Pecchio e a Fossati.
    Questo SA2 e’ stata una base ottima per re-imparare i valori della montagna, erano anni che non andavo in montagna cosi, spero che questa bella avventura sia solo l’inizio di molte altre con tutti voi.

    foto e commento gita
    http://klausblogs.blogspot.com/2008/04/zinal-col-durand-tte-blanche-arolla.html

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