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L’anima della righini

Ancora qualche ricordo personale, come quello della settimana nel Gruppo della Jungfrau organizzata da Fritz per gli allievi “distintivati” della Righini che ha costituito il primo corso avanzato di specializzazione (oggi lo chiameremmo SA2) e che è servita come preziosa esperienza per tutti. Dopo tre giorni di tempo pessimo durante i quali certamente non si era perso tempo a giocare a carte, ma ad esercitarsi continuamente, anche in rifugio, in cinque giorni di tempo splendido furono salite cinque vette di 4000 metri.

E ancora, durante una gita con un pessimo bollettino valanghe, tutti consapevoli del grande rischio, mi ricordo l’abilità con cui Fritz sceglieva l’itinerario dando l’impressione che solo una persona della sua esperienza potesse permettersi di muoversi quel giorno; ricordo anche la rapidità con cui, prima di tutti noi più giovani di lui, scese un pendio risalendo sulle pendici opposte dove una piccola valanga aveva investito un altro gruppo della nostra scuola, per fortuna senza conseguenze.

La sua passione e la sua esperienza, arricchite dai risultati di quel vero e proprio laboratorio didattico-sperimentale che era la Righini in quel tempo, lo portarono alla direzione della scuola centrale di alpinismo del CAI nella quale travasò la sua capacità organizzativa e didattica.
Potrei continuare sull’onda dei ricordi, molto più gratificante delle considerazioni tecniche: lasciatemi concludere dicendo solo che non per niente i nostri due fondatori Fritz Gansser ed Emilio Romanini, già accademici, hanno ottenuto la medaglia d’oro del C.A.I.; i risultati concreti del loro lavoro e della loro dedizione alla sicurezza in montagna sono sotto gli occhi di tutti. La Scuola di scialpinismo, il Servizio Valanghe, numerose pubblicazioni, ma soprattutto un modo di operare e di concepire il rapporto con la montagna che è rimasto in tutti noi.
Emilio ci ha lasciato il 27 luglio 1999 e Fritz l’8 settembre 2001.

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